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Visualizzazione dei post da giugno, 2012

Shawn Phillips - Rumplestiltskin's Resolve (1976, A&M)

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Il capolavoro dimenticato di Shawn Phillips . Con questo album l’artista texano compie un salto qualitativo impressionante, approdando ad una musica totale , emozionate, ricca di sfumature e autentici colpi di scena. Una sintesi comprensiva fondata sul richiamo a tante ispirazioni musicali come il jazz, il folk , il rock , il r&b .  L’uso della voce come strumento è fondamentale per le sue ballate impossibili. Non tanto per l’oggettiva straordinarietà vocale, quanto per le qualità interpretative che gli consentono di rafforzare il senso di ogni  melodia pronunciata con il variare di timbro e intonazione. Già con il precedente  Do You Wonder il musicista rinunciava ulteriormente al gusto della dilatazione della forma-canzone, ma dove il passaggio si compie è nella definizione di questo album. Sono canzoni dalla libertà formale, ma unite ad una stretta aderenza allo stile pop , senza mai abbassare la guardia dell’intensità poetica.  Brani dove c’è ricerca, gusto improvvisativo,

Marcos Valle - Vontade De Rever Voce (1981, Som Livre /Bomba Records Japan)

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Acclamato e sensibile musicista brasiliano, Marcos Valle , nato a Rio De Janeiro nel 1943, comincia giovanissimo a comporre musica insieme a suo fratello Paulo Sergio che curava i testi. Agli inizi degli anni Sessanta l'artista, con  l’esplosione della bossa nova, era già un autore conosciutissimo ( Sohno de Maria , Batucada , I Got Away ). Affascinato dal pop americano nel 1966 Valle fa il suo primo viaggio negli Stati Uniti ed affina la sua scrittura musicale influenzato da grandi compositori come Burt Bacharach e Jimmy Webb . Il contatto con la musica americana lo portò a stabilirsi a Los Angeles dove esplorò  altri mondi come il jazz e il  soul , lavorando insieme ad Eumir Deodato, Airto Moreira, Sarah Vaughan , i Chicago e soprattutto  Leon Ware con il quale nacque una prolifica collaborazione artistica documentata dagli album Inside is Love (1979) e Rockin' You Eternally (1981). Vontade De Rever Voce nasce a proprio cavallo tra questi due lavori di Ware

Paul Williams – Ordinary Fool (1975, A&M)

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Paul Williams era ormai un songwriter affermato. I successi scritti con Roger Nichols erano diventati dei classici nella versione dei Carpenters (I Won't Last a Day Without You , Let Me Be the One )  replicati da canzoni scritte da solo ( If We Could Still Be Friends ) e con il nuovo partner Ken Ascher ( You and Me Against the World )  conosciute principalmente nelle interpretazioni di  Helen Reddy . A confermarlo a pieno titolo nell’elite pop americana contribuì nel 1974 Phantom of the Paradise, film musicale diretto da Brian De Palma dove Williams, oltre a recitare la parte principale,  curò la colonna sonora con la quale vinse l’ Oscar .  L’anno dopo esce questo Ordinary Fool , quinto album da solista che rafforza la collaborazione con il produttore, arrangiatore a pianista Ken Ascher inaugurata nel precedente Here Comes Inspiration (1974). Dieci brani oscillanti tra l’austero e il giocoso che cercano sempre la conciliazione degli opposti e poi di slancio prendono

Shawn Phillips - Do You Wonder (1975, A&M)

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Uno dei songwriters più consapevoli ed iconoclasti. Un artista non catalogabile: nel folk funziona, nel rock non stona e nel pop può candidarsi a geniale uomo ombra. Anticipatore inoltre della world music , non nasconde la passione per il r&b e qualche moderata frequentazione nel jazz . Un vista straordinariamente ampia  di un musicista totale, di un borderman della canzone d’autore che revisiona i suoi confini disco dopo disco senza scomporsi . Shawn Phillips nasce nel 1943 a Fort Worth , Texas . Spirito inquieto e vagabondo lascia presto la scuola e dopo aver vissuto dal 1959 al 1962 un’esperienza in marina affinò la sua tecnica chitarristica specialmente alla 12 corde e si trasferì a Los Angeles diventando amico di Tim Hardin.  Attratti dalla grande comunità folk del Greenwich Village i due partirono per New York . Phillips  si guadagnava da vivere facendo il lavapiatti al Night Owl ed incominciò ad esibirsi nei club. Durate un concerto conobbe Ravi Shankar e decise

Burt Bacharach - The Reel Burt Bacharach (1999, Universal)

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Aggiornamento della canzone cinematografica moderna nel dialetto ipotizzato qualche tempo prima da Henry Mancini. La musica pop e il cinema vanno a braccetto da sempre, ma nel caso di Burt Bacharach la raffinatezza e l’intesa raggiungono la sublimazione. Le sue musiche e le sue canzoni hanno creato cornici fantastiche per film più o meno famosi, più o meno belli,  che in questa antologia dedicata al Bacharach da “cinema” trovano il giusto spazio anche se mancano citazioni a soundtrack ingiustamente trascurati come After The Fox (1966), Together? (1979) e Night Shift (1982). Sono 17 temi ideati a prescindere la sonorizzazione delle immagini circoscritti dal 1962 al 1988 e  che necessitano solo di un sintetico promemoria.   1 - Raindrops Keep Fallin' On My Head , brano stellare dal capolavoro western Butch Cassidy and The Sundance Kid con cui vinse due Oscar e un Grammy nel 1969.  2 - The Look of Love , altra canzone lanciata verso il paradiso con la voce di Dus

Ian Matthews - Stealin' Home (1978, Rockburgh Records)

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La carriera di Ian Matthews iniziò alla fine degli anni Sessanta come cantante dei Fairport Covention , poi leader della Matthews’ Southern Comfort con cui pubblicò nel 1970 l’hit Woodstock di Joni Mitchell. Dopo aver realizzato il primo disco solista If You Saw Thro' My Eyes (1971) si unisce ai Plainsong collaborando all’oscuro e strepitoso esempio di folk , country e world music intitolato In Search Of Amelia Earhart (1972). Da lì in avanti Matthews si americanizzò e il suo stile si spostò sempre più dal folk al pop diventando una sorta di  vagabondo in giro per la canzone d’autore, cimentandosi in argomenti divisi tra brani originali e remakes tagliati secondo un stile molto personale ed intimo. Un repertorio variegato tratto da  autori come Jackson Browne , Van Morrison , Tom Waits , Gene Clark , John Martyn , Jesse Winchester e Steely Dan . Anche se alcuni bellissimi lavori come Valley Hi e Journeys From Gospel Park furono ingiustamente trascurati, l’artista div

Gino Cunico – Gino Cunico (1976, Arista)

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Nato a Sidney , Australia , il chitarrista e cantante Gino Cunico iniziò a suonare giovanissimo. Dopo aver fato parte di un gruppo locale chiamato Executives , nel 1969, appena ventenne, va a cercare fortuna artistica negli States . Nel 1972 insieme all’ex chitarrista degli Executives Ray Burton (l’autore delle celebre I Am Woman per Helen Reddy ) pubblica Strive, Seek, Find a nome di Burton & Cunico.  Un ottimo lavoro di folk e country-rock per la piccola etichetta Family Productions distribuita dalla Paramount . Nel 1974 incontra Clive Davis che gli procura un contratto con la Columbia , ma, quando pochi mesi dopo Davis se ne va per fondare la Arista Records anche l’artista lascia la Columbia senza pubblicare alcun disco. Cosa che invece fece sempre in quell’anno grazie ad Artie Ripp, produttore dell'album  Burton & Cunico divenuto nel frattempo  il  co-fondatore della Kama Sutra.  Cunico debutta con un omonimo album pressochè ignorato dal grande pubblico.

Jimmie Spheeris - Ports Of The Heart (1976, Epic/Columbia)

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Songwriter di discendenze greche, geniale e sfortunato, James Spheeris   (era il cugino di Costa-Gravas ) nacque nel 1949 a Phenix City in Alabama . La famiglia che faceva parte di un circo itinerante si stabilì poi a Venice in California . Dopo la morte del padre, alla fine degli anni Sessanta, Jimmie si trasferì a New York per intraprendere la carriera di musicista. Lì strinse amicizia con Richie Havens che lo presentò a Clive Davis della Columbia con la quale firmò un contratto per quattro dischi. I primi tre Isle Of View (1971), The Original Tapdancing Kid (1973) prodotto da Felix Cavaliere e The Dragon Is Dancing (1975) misero in luce un artista completo, ottimo chitarrista e tastierista, che si muoveva in  territori folk, r ock e fusion molto affascinanti. Canzoni come The Nest e I Am A Mercury ebbero anche buoni consensi commerciali. Nel frattempo conobbe Laura Nyro con cui divise per un po’ tempo un appartamento ed alcune collaborazioni. Con questo quarto alb

Gloria Gaynor – Never Can Say Goodbye (1975, MGM)

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Quando uscì questo disco la definizione  disco-music   era ancora patrimonio solo di qualche dee-jay . Fu proprio con  Never Can Say Goodbye   che la Gaynor con l’entourage di Meco Monardo e Tony Bongiovi , diede il via al filone musicale facendolo esplodere definitivamente in tutto il mondo. Gloria Gaynor pseudonimo di Gloria Fowles nasce nel 1947 a Newark , cittadina del New Jersey che diede i natali ad uno dei profeti della rivoluzione afro-americana LeRoi Jones . Vocalmente si ispirava a Sarah Vaughan ed ascoltava soprattutto i dischi di Nat King Cole . Ebbe modo di mettersi in mostra cantando nei club della sua città ed entrando poi a far parte di un gruppo chiamato Soul Satisfiers . Dopo alcuni tentavi non riusciti, compreso un singolo per la Jocida di Johnny Nash nel 1965 ( She’ll Be Sorry ) ed uno a distanza otto anni per la Philadephia International ( Honey Bee riproposto anche qui), ci fu l’incontro decisivo con Meco Monardo , produttore, discografico e trombonis

Jimmy Webb – Suspending Disbelief (1993, Elektra)

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C’è ancora da chiedersi come mai Jimmy Webb non abbia mai sfondato da solista. C’è ancora da chiederselo perché  un artista così completo che ha capito certe cose molto prima degli altri sia rimasto fuori da qualsiasi operazione di marketing . Eppure la  sua musica è sopravvissuta alle mode, restando sempre un qualcosa di molto celebrativo. Dodici anni sono passati da Angel Heart e con essi sono c ambiati i tempi, le situazioni, le sicurezze. Per un songwriter purissimo come lui i giorni gli sono scivolati tra le dita. Lui che non è mai stato capace nel creare musica ad impulso anche da giovane, quando, sempre in preda ad una frenesia creativa, non riusciva ad assaporare neppure  i momenti di gloria. La mezza età è arrivata e Jimmy Webb torna con questo Suspending Disbelief  un po’ appesantito anche dalla vita, per scrivere di onestà e fallimenti ( Sandy Cove , Friends To Burn ) e senza alcun sogno a venire ( Too Young To Die ). C’è qui dentro l’educazione sentimentale dell’uom

Pieces - Pieces (1979, Liberty)

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Quartetto di musicisti di studio formato da Geoffrey Leib (tastiere, voce), Larry Lingle (chitarra,voce), Kenny Lee Lewis (basso, voce) e Mike Lingle (batteria, voce), i Pieces hanno pubblicato questo unico omonimo album riconducibile stilisticamente allo spirito blue eyed soul di gruppi come l’ Average White Band ,  Faragher Bros. e  Niteflyte . A livello compositivo e di produzione l’apporto maggiore al progetto lo da Leib che in quel periodo veniva dall’esperienza dance con i L.A.X. , gruppo disco-funk della Prelude dove c’era anche Lingle e Diane Steinberg che qui ritroviamo come vocalist. Leib , tra l’altro era l’autore dell’hit single Dancin' At The Disco ed aveva all’attivo collaborazioni con Bill Withers e Randy Meisner . In quell’anno i quattro presero parte anche nelle session  di Knock The Walls Down per Steve Kipner . In questo album la band esibisce un consistente numero di trovate ritmiche e melodiche, tutte più o meno articolate su delle basi di fun

Paul Williams - Just An Old Fashioned Love Song (1971, A&M)

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Nato nel 1940 ad Omaha , Nebraska, Paul Hamilton Williams Jr ., dopo la morte del padre in un incidente automobilistico, si trasferì tredicenne dagli zii a Long Beach , California . Cominciò lavorare per il cinema, dapprima come stunt-man , poi come attore in alcuni  spot pubblicitari. Causa il suo fisico minuto e viso infantile fu scritturato specialmente per delle parti da bambino. A 24 anni recitò nel ruolo di un enfant prodige di 10 anni nel film satirico The Loved One (1964), l’anno dopo appariva ancora nei panni di un bimbo terribile in The Chase con Marlon Brando . Fu proprio mentre era sul set di quel film che Williams si cimentò per la prima volta come paroliere di canzoni, ma soltanto due anni dopo si decise ad intraprendere una carriera parallela di songwriter in collaborazione con il compositore Roger Nichols . Nel 1970 debuttò a suo nome con l’album Someday Man per la Reprise, omonimo titolo della canzone incisa l’anno prima dai Monkees, gruppo con cui aveva fa

Karla Bonoff – New World (1988, Gold Castle)

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La carriera ufficiale di Karla Bonoff comincia verso la fine degli anni Sessanta  a Los Angeles , quando insieme a Wendy Waldman , Andrew Gold e al fondatore degli Stoney Poneys Kenny Edwards forma un gruppo folk-rock chiamato Bryndle . Nel 1970 la band, sotto contratto con la A&M , registra dei brani per un disco che  non verrà mai pubblicato eccetto un singolo scritto dalla Bonoff intitolato Woke Up This Morning che ricevette solo consensi locali. Il gruppo si sciolse e i quattro intrapresero le rispettive strade soliste che spesso però si intrecceranno, specialmente con le collaborazioni per Linda Ronstadt . La Bonoff realizzò nel 1977 il suo primo disco per la Columbia prodotto guarda caso da Kenny Edwards, dove accanto a grossi nomi del giro californiano, c’erano sia Gold che Waldman . Canzoni come Someone to Lay Down Beside Me , If He's Ever Near e Isn't it Always Love ripresa da Nicolette Larson gli diedero un buona popolarità come interprete ed autr

Norman Saleet – Here I Am (1980, RCA)

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Il suo vero nome è Norman Sallitt, chitarrista&nbsp ed autore molto attivo soprattutto nella seconda metà degli anni Settanta. La sua firma la ritroviamo in pregevoli canzoni per Barry White (Lady, Sweet Lady), Vicki Lawrence (Never Gonna Let You Go), Art Garfunkel (Hang On In) Debby Boone (Take It Like A Woman), Selena (Where Did The Feeling Go?). Questo Here I Am  Ã¨ l’unico documento a suo nome. Un disco raffinato, melodico e dalla formula easy collaudata dove si possono ascoltare ottime canzoni. E’ un soft-pop di alta produzione costruito con fluide ballate assecondate spesso sullo sfondo dal piano di Jai Winding e dalle orchestrazioni di Jimmie Haskell ( Let's Stop Before We Fall In Love , Falling In Love With You Tonight , This Time I Know It's Real ),  qualche serenata up-tempo di A.O.R. diretto ed elegante ( Magic In The Air , Lines ) due pezzi tirati e r’n’b ( Cover Girl , Come Back Baby ). Alla fine l’arma infallibile di questo disco si rivela il r