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Visualizzazione dei post da marzo, 2013

Wendy Moten - Time For Change (1995, Toshiba)

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  E' vergognoso che un talento vocale incredibile come Wendy Moten non occupi una posizione di primo piano nelle cerchia più aristocratica della canzone pop contemporanea. Nata a Memphis , cresciuta musicalmente nel gospe l, la Moten ebbe l’opportunità di farsi conoscere come vocalist in un concerto di Michael Bolton . Poco più tardi fu scritturata dalla EMI  debuttando nel 1992 con un album omonimo. Partecipò poi al tour di Bolton aprendo i suoi concerti, mentre dal suo disco fu estratto il singolo Come In Out of the Rain che divenne un hit minore delle classifiche adult contemporary di Billboard . L'artista iniziò poi una carriera da corista lavorando con Keith Washington e Regina Belle e che nel corso del tempo la porterà ad essere una delle più richieste voci in sala di registrazione ( Al Jarreau, Michael McDonald, Larry Carlton, Kirk Whalum, Joss Stone ). Quindi nel 1994 inciderà Whatever You Imagine , un brano firmato da James Horner, Barry Mann e Cynthia Weil

David Batteau - Happy in Hollywood (1976, A&M)

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Il songwriter americano David Hurst Batteau è conosciuto più come autore. Nella sua lunga carriera ha scritto centinaia di canzoni interpretate da tanti artisti tra cui Seals & Crofts, Art Garfunkel, Rufus, Cheryl Lynn, Bonnie Raitt, Donna Summer, Michael Sembello, Sergio Mendes , i Tempations, George Duke, Randy Crawford e soprattutto grandi hits per Robert Palmer , le Wilson Phillips e i New Edition . Iniziò a suonare nel 1969 con un gruppo country-rock chiamato Appaloosa, quindi, insieme al fratello Robin pubblicò nel 1973 un ottimo disco intitolato Batteaux dove c’erano interessanti contaminazioni tra pop, funk e sonorità latine. Canzoni come High Tide e Tell Her She’s Lovely sono diventate nel corso del tempo piccoli classici del genere. Ci riprovò da solista con questo Happy in Hollywood prodotto da Ken Scott e supportato da  sessionmen del calibro di Willie Weeks, Jeff Porcaro, David Paich, David Spinozza, Robert Ahway . E’ un mondo musicale che si avvicina

Richard Darbyshire – How Many Angels (1994, Dome Records/EMI)

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Le prime prove discografiche dell’inglese Richard Simon Darbyshire si rintracciano nel 1981 come chitarrista ed autore in un gruppo chiamato Gammer And His Familiars , poi come componente dei Zu Zu Sharks . Nel 1985 il chitarrista-cantante forma a Sheffield i Living In A Box insieme al tastierista Marcus Vere e il batterista Anthony Critchlow . La notorietà arrivò nel 1987, quando il singolo Livin In A Box entrò tra i top 5 nel Regno Unito e nelle zone calde della classiche di Billboard negli Stati Uniti . Seguì un interessante album miscelato tra synth-pop e soul dove c’erano belle storie musicali come Scales Of Justice, Love Is The Art e soprattutto So The Story Goes con un bel cameo vocale di Bobby Womack . Sempre in quell’anno i Temptations inclusero nel loro disco Together Again un brano firmato da Darbyshire intitolato Put Your Foot Down . All’indomani di Gatecrashing, pubblicato nel 1989, l’artista lascia la formazione per divergenze artistiche e si dedica ad u

Aztec Camera – Love (1987, WEA)

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Roddy Frame - nelle vesti ormai di one-man-band - partì da Glasgow con destinazione New York . Ad aspettarlo c’erano Tommy LiPuma e Russ Titelman che gli misero a disposizione produttori-musicisti di tendenza come Michael Jonzun ( Maurice Starr, Peter Wolf ), Rob Mounsey ( Michael Franks ) e David Frank ( Angela Bofill, Jeff Lorber ) per realizzare un album di pop adulto con amene divagazioni funk e blue eyed soul . L’operazione riesce benissimo, perché spostando il discorso su un piano diverso, Love vive del positivo contrasto tra bianco e nero, fra la cultura melodica pop britannica e un ritmo di chiare origini black . Una base strutturale in cui il discorso soul-funk è una specie di innesco che fa esplodere una macchina melodica ad alto potenziale. Dimensione sonora presentata subito dall’iniziale Deep And Wide And Tall con i cori di Dan Hartman, Lani Groves, Tawatha Agee e dal singolo rock’n’soul di Somewhere in My Heart , ma che trova la sua sublimazione nella la b

Barbara Weathers - Seeing For The Very First Time (1995, Weberworks Records)

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Un capolavoro nascosto ed uno dei più grandi album pop-soul degli anni ’90. Vocalist della North Carolina, Barbara Weathers entrò a far parte degli Atlantic Starr nel 1984 quando prese il posto di Sharon Bryant . Con il gruppo restò per tre anni interpretando memorabili canzoni come Silver Shadow, One Love, Always e Secret Lovers . Nel 1990 la Weathers avvia la carriera solista firmando per la Reprise e rilasciando un album omonimo con il supporto di grandi nomi tra cui Maurice White degli Earth,Wind & Fire , Bill Meyers, Gerald Albright , i Surface . Nonostante ci fossero bellissime canzoni come All I Know, Our Love Will Last Forever e The Master Key, il lavoro ebbe un tiepido riscontro commerciale così la casa discografica non rinnovò il contratto. A distanza di cinque anni l’artista torna con questo superbo lavoro pubblicato in origine solo per il mercato giapponese e ristampato negli Stati Uniti solo nel 2001. Questo purtroppo ne penalizzò la spinta promozionale, riman

The President - By Appointment Of (1983, Epic)

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Gruppo olandese formato da Pim Koopman (tastiere, batteria, voce) e Okkie Huysdens (tastiere, voce). Koopman era stato il batterista di un gruppo rock-progressive chiamato Kayak poi era entrato a far parte dei Diesel . Huysdens invece, dopo aver suonato con gli Swan , era diventato uno stimato cantante-turnista (sua una delle voci del fortunato medley dei Beatles uscito nei primi anni ’80 a nome di Stars On 45 ). Altri musicisti coinvolti nel progetto erano Bas Krumperman (chitarra), Frank Papendrecht (basso) e Hans Vermeulen ai cori. The President inciderà due album, questo è loro debutto e quello più orientato verso il pop westcoast . Una sapiente via di mezzo di soft-rock tra i Toto e quello che stavano facendo in quel periodo anche Tom Kelly e Billy Steinberg con gli I-Ten . Dei primi hanno l’impatto, il gusto per certi cambiamenti ritmici, riff ripetuti e taglienti, dei secondi invece per l’inventiva e le armonizzazioni vocali. Da questa fusione viene fuori una m

Dan Fogelberg – Nether Lands (1977, Full Moon/Epic)

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Daniel Grayling Fogelberg nacque nel 1951 a Peoria , nello stato dell’ Illinois . Figlio d’arte (il padre era un direttore d’orchestra, la madre una cantante) si avvicinò alla musica suonando il pianoforte per poi dedicarsi agli studi pittorici. Lasciò  l’università per inserirsi nel circuito folk e dare inizio a quella che sarà la sua carriera di musicista. Dapprima si trasferisce a Los Angeles dove accompagnò in tour Van Morrison e conobbe Irving Arzoff che gli procura un contratto con la Columbia per un disco da registrare a Nashville . Lì incide nel 1973 Home Free prodotto da Norman Putman , un esordio passato quasi inosservato. Arzoff, diventato nel frattempo il manager degli Eagles , lo richiama a Los Angeles e incarica il chitarrista Joe Walsh di produrre il secondo album Souvenirs (1974) affiancandogli gli aquilotti Glenn Frey, Don Henley e Randy Meisner . L’album vendette bene e sempre in quell’anno si fece apprezzare anche come turnista partecipando alle session

Gilbert O'Sullivan - Off Centre (1980, CBS)

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Southpaw uscito nel 1977 fu un fallimento a livello commerciale e ciò portò a dei disaccordi tra Gilbert O'Sullivan e il manager Gordon Mills che deteneva con la MAM i diritti d’autore delle canzoni dell'artista irlandese. Seguirono  ricorsi e rivendicazioni a colpi di carte bollate  e dopo tre anni passati in tribunale   Mills concesse la liberatoria ottenendo però un aumento delle sue percentuali su tutto il materiale antecedente. Così, con un nuovo contratto per la CBS, Gilbert O‘Sullivan torna a pubblicare il suo sesto disco smanioso di recuperare il tempo perduto realizzando uno dei suoi migliori dischi sempre in linea con il suo classico stile e gioiosa creatività . Aiutato dal produttore Gus Dudgeon , l’artista toglie la polvere posata nel frattempo sugli spartiti e ci offre alcune magnifiche canzoni che conoscono nuova lucentezza. Il singolo What's In A Kiss lo fa rientrare nelle parti alte delle classifiche, le melodie inebrianti di The Niceness Of It All