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Visualizzazione dei post con l'etichetta Chaka Khan

Chaka Khan – Chaka (1978, Warner Bros.)

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L’esordio solista per Chaka Khan arriva sulle ali del successo ottenuto come componente dei Rufus con cui incise dal 1972  - quando ancora sui facevano chiamare Ask Rufus - al 1978 una serie di dischi tra i più popolari ed importanti esempi di funky-soul abbinato a spettacolari live act in cui l'artista esibiva una vocalità torrida e sensuale. I suoi modelli ispirativi erano Aretha Franklyn, Gladys Knight e Yma Sumac (grande cantante peruviana molto nota negli anni ’50 in America ). A completare il suo background musicale ci pensò il produttore Arif Mardin che, sfruttando le eccezionali doti di Chaka, elaborò un disco di pop-soul   fatto su misura. Uscito lo stesso anno di Street Player , il disco con i Rufus , questo album viene subito introdotto dal grande hit I’m Every Woman , brano soul-dance scritto espressamente per lei da Ashford & Simpson . Quì la vocalità acuta e dirompente dell’artista viene esaltata ancora di più dalla produzione sofisticata e rigoro

Chaka Khan - C.K. (1988, Warner Bros.)

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Russ Titelman assembla un consorzio di produttori ( David Frank, Prince, Chris Jasper ) con relativa parata di stelle per un gigantesco ed equilibrato crossover a completamento del viaggio di desideri espressivi che Chaka Khan iniziò dieci anni prima. Dal funky tecnologico al jazz , passando per il pop , questo album narra la storia di una voce sempre meravigliosamente  uguale a se stessa eppure ogni volta diversa. Di fatto, nella seconda metà degli anni ’80 c’erano stati molti cambiamenti all’interno della black music . Il New-Jack Swing aveva rimpiazzato il funk per poi essere a sua volta scavalcato dall’ hip hop che ormai dominava tutta la scena. Queste trasformazioni penalizzarono il disco che invece artisticamente rappresenta la sintesi e la summa della sua arte. Chaka Khan è infatti una cantante soul che conosce bene tanto la tecnica quanto la sensibilità del canto jazz  applicata al r&b  e qui lo dimostra appieno con un album soul moderno, colmo di spunti ed

Rufus & Chaka Khan – Masterjam (1979, MCA)

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Quincy Jones non è un produttore qualsiasi, quando si muove lo fa con tutta la sua équipe di musicisti, coristi, compositori , rendendo ogni suo disco un prodotto subito riconoscibile. L’anno prima Jones per il disco a suo nome aveva invitato Chaka Khan a cantare in “ Stuff Like That “ e fu così entusiasta dalla incredibile versione della cantante che promise di produrre almeno un disco con lei e i Rufus. Come per “ Off The Wall “ di Michael Jackson realizzato nello stesso anno, il produttore riunisce il suo staff : l’ingegnere del suono Bruce Sweiden, la sezione fiati dei Seawind guidata da Jerry Hey e Bill Reichenbach , i Brothers Johnson e Rod Temperton. Le session di “ Masterjam “, ottavo album di studio dei Rufus e il primo con la MCA, iniziano senza Chaka Khan che subentrerà in seguito. La formazione è composta da Tony Maiden (chitarra e voce), Kevin Murphy (tastiere) Bobby Watson (basso) e David “Hawk” Wolinski (tastiere) e il nuovo arrivato John Robinson (batteria e percussi

Chaka Khan – What Cha’ Gonna Do For Me (1981 , Warner Bros.)

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Cominciò a farsi conoscere come cantante dei Rufus, con cui ha lavorato saltuariamente nel corso degli anni. In questo  terzo lavoro solistico, assistita da un produttore esperto come Arif Mardin, la signora canta finalmente il suo soul, quello più vicino al canto jazz , con il quale dare sfoggio delle sue prodigiose capacità interpretative dotata com’è di uno stile sincopato e spezzato sul quale intreccia vocalizzi incredibili. L’album esplora in largo e in lungo la musica nera in repertori  impegnativi di soul, jazz e funky ed escursioni pop. Esempi eloquenti sono una versione tutta virtuosismi e preziosità vocali della beatlesiana We Can Work It Out , il funky-pop e la dance rappresentati da un remake portentoso di What Cha’ Gonna Do For Me  scritto da Ned Doheny e Hamish Stuart e già edito su  Shine  della Average White Band, la bellissima  Night Moods  di Jerry Ragonov dove raggiunge un livello di intensità degne dalla migliore soul music e poi il capolavoro intitolato And The M