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Don Cherry – Art Deco (1988, A&M)

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Il viaggiatore, lo zingaro alla scoperta del mondo si ferma e ritrova i suoi vecchi compagni d’avventura “ornettiana” ( il quartetto di Ornette Coleman con il quale aveva iniziato a suonare insieme sin dalla metà degli anni Cinquanta). E così, dopo i pellegrinaggi che avevano toccato la musica di Bali, Giava e Haiti, Don Cherry vuole ritrovare se stesso, le sue radici, quella identità umana che gli Stati Uniti gli avevano sempre negato : “ Non penso di essere stato un jazzman glorioso in America “. “Art Deco “, infatti, rappresenta un ritorno alle strutture più classiche del jazz, un voler guardarsi indietro lasciando da parte il discorso politematico delle suite inaugurate con “ Togetherness “ e quella ripetitività estatica dai timbri esotici che l’avevano accompagnato si dai suoi dischi ECM. Cherry fu considerato sempre un outsider di lusso nel circuito jazzistico; eppure la sua musica, specialmente begli anni Settanta, è stata invece più vendibile di tanti altri personaggi anche