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Visualizzazione dei post da dicembre, 2011

Paul Carrack – Twenty-One Good Reasons: The Paul Carrack Collection (1993, Chrysalis)

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Già attivo nei primi anni Settanta con gli Ace , Carrack è un outisder che ha firmato collaborazioni prestigiose, da sessioman con i Roxy Music di “ Manifesto “ e “ Flesh and Blood ", con Roger Waters in “ Radio K.A.O.S. “, una produzione solista sempre una spanna sopra la produzione pop contemporanea. Come dice il titolo di questa antonlogia, qui ci sono ventuno buone ragione per riscoprire un soulman puro con l’unico torto di non aver mai fatto concessioni al mercato e di essere rimasto fedele alle sue scelte senza mai preoccuparsi troppo di studiare le regole dell’autopromozione. Ventuno buone ragioni per ripercorrere la sua multiforme carriera attraverso alcuni gruppi dove ha suonato, dai citati Ace agli, Squeeze , da Mike & The Mechanics alla collaborazione con Carlene Carter e dodici estratti dai suoi dischi solo. Ventuno buone ragioni per ascoltare i brani più celebri del suo repertorio, dove Carrack mette in luce tutta la sua passione per la musica nera. Bastereb

Waters - Waters (1977, Warner Bros)

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I fratelli e sorelle Luther, Julia, Oren e Maxine Waters sono un quartetto famoso come coristi e rintracciabili in centinaia e centinaia di incisioni di jazz, pop e rock. Un lista infinita di artisti si sono avvalsi delle loro voci sia in studio che in tour (Michael Jackson, Paul Simon, Elton John, Patti LaBelle, solo per citarne alcuni). A proprio nome debuttarono nel 1975 con un album per la Blue Note per poi pubblicare due anni dopo questo gioiello di sonorità soul-funky e A.O.R. Prodotto da Steve Barri e Michael Omartian con il solito giro di sessionmen losangelini che a quel tempo erano riuniti da Omartian sotto il nome di Rhythm Heritage come Ray Parker Jr., Jay Graydon, Jeff Porcaro, Victor Feldman, Scott Edwards. E’ un gran bel disco di pop e soul melodico, qualche puntata verso il funky, cantato spesso in coro con un impasto vocale morbido e rotondo. Da ascoltare assolutamente “The Other Side Of Midnight“ e “One Good Reason“ mezzi tempo dall’impatto immediato in pu

Phil Spector – Phil Spector's Greatest Hits (1977, Warner-Spector )

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Chitarrista, pianista e cantante Philip Harvey Spector, nacque nel Bronx nel 1940, per poi trasferirsi a tredici anni nei sobborghi di Hollywood nel 1953, in seguito alla morte del padre. Questo piccolo e geniale artista è stato il più grande ed abile manipolatori di suoni della famose quattro piste che hanno caratterizzato la prima generazione della musica rock, influenzando uno sterminato numero di artisti del pop e del r&b, case discografiche e manager rampanti. “ To Know Him Is To Love Him “ fu la prima, vera produzione di Phil Spector incisa nel 1959 con il suo gruppo i “ Teddy Bears “, un trio formato insieme a Marshall Leib e Annette Kleinard. Nel 1960 tornò a New York e iniziò a lavorare come factotum con Leiber e Stoller. Il suo primo hit lo ottenne con “Corinna Corinna “ cantato da Ray Patterson. L’anno dopo si spostò nuovamente in Califronia, negli studi di Lester Sill dove produsse dischi per Gene Pitney, le Paris Sisters e Curty Lee . In quell’anno, i due

Lou Pardini – Some Things Never Change (1997, Victor Japan)

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Insieme a Bill Cantos, Louis Joseph Pardini è una delle poche nuove realtà dell’ A.O.R. Si fece conoscere come tastierista e cantante dei Koinomia, una formidabile band di Christian Music guidata da Abe Laboriel. Nel 1987 la sua canzone “ Just To See Her “ cantata da Smokey Robinson vinse il Grammy Award. Sempre nello stesso anno i Temptations interpretarono un’altra stupenda canzone di Pardini, “I Wonder Who She’s Seeing Now”. Altre sue composizioni sono state riprese da Helen Baylor, Kenny G, Daniel Winas ed ha all’attivo prestigiose collaborazioni con Santana e Stevie Wonder. Dal 2009 ha sostituito Bill Champlin nei Chicago. “ Some Things Never Change “ è il album d’esordio seguiranno , ad oggi, “Look The Other Way“ del 1998 un “ live ” insieme a Joe Pizzulo e Kevyn Lettau. Un album che esprime l’identità ritrovata di un genere “ west coast pop “ che sembrava essersi smarrito con il trionfo di certe soluzioni a base di elettronica. Anche qui l’elemento elettronico è present

Lewis Taylor – Lewis Taylor (1996, Island)

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L’anima moderna e sincera di un giovane bianco che vuol diventare a tutti i costi nero. Questo album debutto di Lewis Taylor è un filo disperso per le strade di Londra che, brano dopo brano, porta in quel limbo dove il Dio del soul lascia vivere le anime dei non-neri. Enigmatico, graffiante, incontrollabile Lewis Taylor produce, suona, scrive, canta ed arrangia un soul da psicanalisi con suoni dell’altro mondo ed una naturale avversione al compromesso. E’ un repertorio situabile tra il funky e il soul-jazz riadattato alla contemporaneità. Dieci tracce liriche visionarie senza alcuna concessione al “ già sentito “, in una frammentazione del linguaggio soul aprendo la strada a nuove alchimie tra ritmo e melodia . Il funkness di “ Whoever “, la strepitosa “ Bittersweet “ costruita con agili giochi ritmici e tessiture jazz geniali, il soul profondo di “ Song “, l’ incredibile loop di emotività in “ Spirit “ solo voce e coro a cappella sono tutte spettacolari avventure nel funky-

Laura Allan - Laura Allan (1978, Elektra)

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Significativa avventura discografica di un nome che non dice molto. Laura Allan è sta una interessante songwriter sulla scia di altre chanteuse californiane come Karla Bonoff, Wendy Waldman, un ostile vocale che ricorda Joni Mitchell e certe inflessioni soul di Laura Nyro e Rickie Lee Jones. La grande epopea californiana degli anni Settanta, l’artista la visse da giovanissima , stringendo amicizia con personaggi quali Joni Mitchell, Jackson Browne e specialmente con David Crosby con cui collaborò nel leggendario “ If I Could Only Remember My Name “ suonando l' autoharp su “ Traction in the Rain “. La casa discografica ABC la scritturò nel 1975 per un album, ma il progetto rimase nel cassetto. Nel 1976 , l’artista collaborò come corista nel disco di Michael Dinner “ Tom Thumb the Dreamer “ e finalmente due anni dopo il contratto con la Elektra a cui seguì questo magnifico esordio. Con lei ci sono importanti musicisti di Los Angeles . Un circolo di gente avvezza a grandi produzio

Lamont Dozier – Reflections Of… (2004, Jam Right)

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Canzoni che non conoscono la dimensione del tempo e non invecchiano mai. Dozier ripercorre la su carriera Motown riproponendo i vecchi classici  in una nuova veste, riveduti, riarrangiati e rivisitati strumentalmente quasi tutti nel formato ballata dove viene magicamente fuori tutta la bellezza e la profondità di queste canzoni storiche. Particolarmente riuscite in questo senso sono “My World Is Empty Without You“, “This Old Heart of Mine“, “ Reflections “ e “ Stop! In the Name of Love “ pervase da una lucve dviersa e ancor più vera degli originali , corredate dalla presenza di musicisti sopraffini come Paul Jackson Jr, Freddie Washington, Gerald Albright e Paulinho Da Costa. Una  conferma ancora una volta della sua unicità di artista. Non c’è niente di vecchio in questo album, la musica trascende del tutto l’elemento temporale. Mauro Ronconi Tracks: I Hear A Symphony (R&B Mix) - Where Did Our Love Go - This Old Heart Of Mine - (Love Is Like A) Heatwave - Stop! In

Phil Spector - A Christmas Gift For You (1963, Phillies Records)

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Era il 22 Novembre del 1963, l’album natalizio confezionato da Phil Spector con il meglio dei suoi gruppo vocali ( Ronettes, Crystals , Bob B Soxx & The Blue Jeans ) e la sua cantante preferita ( Darlene Love ), doveva far bella mostra in tutti i negozi di dischi, ma proprio quella mattina accadde un fatto così tragico da sconvolgere qualsiasi festeggiamento e promozione: l’assassinio di John Kennedy , il presidente degli Stati Uniti. Il disco fu ritirato dal mercato e posticipato a data incerta e senza alcuna promozione. Phil Spector , tra l’altro nato il 26 Dicembre, era all’apice della carriera, aveva fondato la sua etichetta personale Phillies ed i singoli da lui prodotti entravano puntualmente ai  primi posto delle  classifiche. Questo “ A Christmas Gift For You “  fu un  progetto ambizioso, quasi ardito perché si rivisitava in modo spettacolare e nuovo le classiche e familiari melodie del repertorio natalizio come White Christmas , Santa Claus Is Coming To Town , Sleigh R

Eye To Eye – Eye To Eye (1982, Warner Bros.)

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Sotto il nome di Eye to Eye si celano il tastierista inglese Julian Marshall e la cantante americana Deborah Berg. Marshall si era fatto già notare nel 1978 quando insieme a Kit Hain formò un duo che ebbe buon successo internazionale con l’hit “ Dancing in the City “, ma dopo un solo album (Free Ride) si sciolsero. Hain era una ballerina-cantante  notata da Marshall durante uno spettacolo a San Diego. Nel 1979, a Londra, i due registrarono il singolo “ Am I Normal “ pubblicato per il mercato inglese, quindi nel 1981 ottennero un contratto con la Warner. Questo primo, brillante album prodotto da Gary Katz, deus ex machina degli Steely Dan, e registrato a Los Angeles, è un’ ottima occasione per rimettere mano a quell’ immenso e curatissimo dizionario pop che animava la musica californiana di quel tempo così incredibilmente aperta ad inglobare qualsiasi tipo di inserimento, dal jazz al r&b. I due scrivono tutte le canzoni e sono supportati da un cast di musicisti di gran nome come J

Chris Christian - Chris Christian (1981, Boardwalk)

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Lon Christian Smith è uno dei più importanti personaggi della Contemporary Christian Music. Una carriera straordinaria di autore, produttore e discografico iniziata negli anni Settanta a Nashville come chitarrista di studio entrando poi a far parte della band di Chet Atkins. Insieme a Daryl Cotton e Michael Lloyd , il songwriter formò un trio con il quale pubblicò tra il 1975 e il 1976 due album per la 20th Century di buon successo. Intraprese la carriera solista incidendo per la Myrrh tre album dall’impianto sonoro soft-pop d’ispirazione “ christian music “. Nel 1981 fondò a Nashville una propria casa discografica, la Home Sweet Home. Il primo lavoro fu “ Just Sit Back “ con i contribuiti di grandi autori del gospel come Andrae Crouch, e Brown Bannister. Contemporaneamente pubblicò per la Boardwalk questo album prodotto da Greg Mathieson intriso di una matrice West Coast che sarà anche l’unico episodio solistico distante dai temi a carattere religioso. Christian si avvale della co

Bill Medley – Right Here And Now (1982, Planet)

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William Thomas Medley ha incarnato al meglio la figura del blue eyed singer da quando insieme a Bobby Hatfield formarono i “ The Righteous Brothers . Con l’abile regia di Phil Spector il duo piazzò grandi hits negli anni sessanta. " You've Lost That Lovin' Feeling " , " Unchained Melody " , “ Ebb Tide “ , “ (You're My) Soul and Inspiration “ sono brani epocali che non hanno confini. Poi sono arrivati, tra alti e bassi, gli episodi da solista e un certo sbandamento dovuto a codici musicali logorati dall’uso fino a quando il produttore Richard Perry pensò bene che la voce baritonale di Bill Medley era ancora un grande regalo da fare alla consolle di un ricco studio di registrazione. Perry è uomo di polso, capace di selezionare il materiale con scrupolo ed efficienza, di offrire al suono la risonanza delle scelte operate in profondità . Qui Medley ha il supporto necessario per riprendere le fila di un discorso apparso a molti desueto. L’album infatti è r