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Visualizzazione dei post da maggio, 2012

Rupert Holmes – Full Circle (1981, Elektra)

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Il desiderio di realizzare un concept album già tentato con  Pursuit of Happiness   si materializza con questo Full Circle . Un lavoro ambizioso dove viene narrata, attraverso dieci canzoni, la storia di un amore, dalla sua nascita al suo svolgimento, alla sua fine. Un romanzo musicale dove ogni brano si completa con l’altro raccontando la storia dei due protagonisti contrappondendoli con i vari aspetti dell’amore e della vita. Full Circle è una impressionante opera di pop moderno di stampo confidenziale, con bellissime partiture orchestrali e tutto suonato sui tempi medi. Musica costruita su diversi piani armonico-melodici, vari segmenti dove in ognuno di esso se ne cattura il principio e lo si arricchisce, lo si riforma , tipicizzandolo sempre più. L’accattivante e morbida Love By The One You Love , gli interventi bellissimi dei  fiati  in Perfect , la rarefatta Full Circle , la briosa You Remind Me Of You caratterizzata dalla steel-guitar,  sono un...

Dara Sedaka - I'm Your Girlfriend (1982, Canyon Records)

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Sorvolate sulle apparenze. A primo impatto questo album può risultare fuorviante. Sembrerebbe la solita, discutibile, operazione di far incidere, a prescindere dalle reali qualità artistiche, un disco tutto suo alla figlia di una celebrità pop. E nemmeno il titolo con relativa immagine adolescenziale in copertina rende merito a questo ottimo lavoro. Non è così. Consapevole di portare un cognome importante, la figlia di Neil Sedaka arriva a questo album con un’esperienza considerevole per i suoi quasi venti anni. Infatti Dara Felice Sedaka , classe 1963, ad otto anni conosceva già tutte le canzoni di suo padre, i testi, le armonie, i cori, le parti strumentali. A tredici cantava spigliatamente sul palco Laughter in tha Rain con lui. A quindici arriva il buon singolo  My Guy co-prodotto dal padre insieme a David Foster e due  anni dopo , precisamente  nel 1980, trova  l’hit single Should've Never Let You Go   in duetto con il padre.  Pertan...

L.J. Reynolds - Get To This (2011, Motor City Hits)

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Larry James Reynolds è stato il cantante solista dei Relations nei primi anni Settanta poi nel 1973 rimpiazzò William Howard nei leggendari Dramatics dove rimase fino al 1980 per poi riunirli nel 1986. Nel frattempo intraprese una carriera solista siglando dei veri classici soul  come  Key to the World , Tell Me, Lonely Superstar ,  Everything is You , tutte grandi canzoni  sparse nell’arco di dieci album, compreso il bellissimo 2 Of A Kind (1994) con Ron Banks e la puntate gospel del 1991 e del 2008. Questo eroe del r&b continua imperterrito a pubblicare dischi mozzafiato e conservare una propria identità malgrado lo si voglia inserire in quel filone denominato old school che non esiste, come non esiste una vecchia o una nuova scuola. Esiste solo la so ul music , ma quella vera. Quella che si può rintracciare dentro questo meraviglioso album. D’altronde i veri mutamenti nel r&b sono stati quelli provati in primo luogo dalle emozioni, che nessuno...

Paul Simon – Heart and Bones (1983, Warner Bros.)

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Uscito dalla deludente e fallimentare operazione cinematografica e discografica di   One Trick Pony   (1980) rivelatasi un vero disastro finanziario, Paul Simon,  sollecitato dalla casa discografica entusiasta dei riscontri ottenuti dall’artista con il leggendario  concerto al Central Park di New York del 1981 con Art Garfunkel , preme affinché l’artista realizzasse il tanto atteso album della riunione di Simon & Garfunkel . Ed effettivamenin effetti questo doveva essere il nuovo disco del duo intitolato in origine Think Too Much . Così non è stato. Anzi, Simon eliminò tutti i contributi vocali di Garfunke l spiegando che erano canzoni troppo personali per essere cantate da un altro. La Warner prese malissimo la cosa, ma il songwriter rielaborò  tutte le partiture con le voci per un nuovo album solista dal titolo Heart and Bones . I temi sono soprattutto imperniati alla ricerca di nuovi stimoli emotivi, ad un rinnovato impegno nel credere all’amore...

Linda Ronstadt - Winter Light (1993, Elektra)

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Dopo il grande successo Cry Like a Rainstorm - Howl Like the Wind (1989) Linda Ronstadt riprese il discorso lasciato con Canciones de Mi Padre (1987) pubblicando due dischi di canzoni spagnole e messicane ( Mas Canciones e Frenesi ), ma la casa discografica premeva per un altro album di adult pop . Ecco così nascere questo Winter Light, lavoro lirico, nostalgico, cristallino con un fiore di citazioni del passato   in gran parte riferito agli anni ’60 e ’70 ed un approccio decisamente più introspettivo rispetto a Cry Like a Rainstorm .  Per la prima volta, dopo oltre venti anni, non c’è più Peter Asher come produttore. La regia stavolta viene affidata a George Massenburg in collaborazione con la cantante.  Linda Ronstadt ringrazia nelle note di copertina Dusty Springfield , Etta James , Maxine Brown e Dionne Warwick , grandi cantanti che ha studiato ed ammirato per poter realizzare questo disco. La dimostrazione sono i quattro brani qui inclusi diventati de...

Carly Simon – Torch (1981, Warner Bros.)

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Lasciamo per un momento da parte la sua stagione dorata nella prima metà degli anni Settanta, quella dopo il matrimonio con James Taylor , del successo internazionale di You’re So Vain  e di almeno due album pop d’autore. Qui c’è un’altra faccia artistica di Carly Simon e completamente diversa impegnata nella lettura di standard tratti dal grande songbook americano. L’artista pesca tra i ricordi e si abbandona a queste canzoni che portano la firma di Sondheim , Ellington , Wilder , Rodgers & Hart , Carmicahel . Musicalmente è un’operazione particolare ed ambiziosa perchè non si tratta della semplice riedizione di canzoni ascoltate mille volte da mille altri artisti, ma un voler donare a questi capolavori un sfumatura di elegante modernità con soluzioni a volte originali come per esempio   in I Get Along Without You Very Well ,  dove viene espresso perfettamente il clima angoscioso e cupo sottolineato dal sintetizzatore di Warre...

Carole Bayer Sager - ...Too (1978, Elektra)

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Ancora un capolavoro di songwriting . Ancora grandi canzoni che si integrano idealmente con il disco precedente ed un assetto capace di rappresentarle con forza . La costante è la  produzione di Brooks Arthur , lo stesso team compositivo ( Peter Allen , Melissa Manchester , Bruce Roberts , Johnny Vastano, Marvin Hamlish ) con il nuovo ingresso di David Foster in due brani, il consueto contributo del background strumentale e vocale ( Steve Lukather , Thom Rotella , Lee Ritenour , Steve Porcaro , i Seawind , etc.). La voce fragile, ma appassionata di Carole Bayer Sager si adagia su temi che hanno potere ed autorità per lo stile scrittura con cui si propongono. La bellezza di questi dischi risiede proprio nel saper esporre una serie di geniali pensieri sulle quelle rifrazioni melodiche che sono più vicine al lato felice dell’ american melody . Ovvero quel pop maturo, intelligente, che non ha padroni e che molti sentono dalla bocca di altri artisti. L’effetto generale è benefi...

Art Garfunkel - Scissors Cut (1981, Columbia)

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Album malinconico e con un sentimento di fondo molto forte. Garfunkel lo dedica alla sua fidanzata Laurie Bird , giovane attrice e fotografa (lo immortalò nella stupenda copertina di Watermak ) morta suicida nel 1979 nell’appartamento di New York che condivideva con il cantante (il retro copertina contiene una fotografia parziale di Laurie ). C’è un atteggiamento consapevole nella scelta dei brani, quasi fossero delle tranches de vie . Un’attenzione nella selezione dei brani per poter creare un’atmosfera generale di commozione profonda di fronte alle grandezze e le miserie della vita dove ogni canzone sembra confluire liricamente e musicalmente dentro l’altra. Eccetto le tinte rockeggianti di Hang on In , in tutti i brani l’artista cerca l’intimità della ballata per un concept album sull’amore in cui c’è chi risorge, si ritrova, si separa. A Heart In New York (Gallagher e Lyle), The French Waltz (Adam Mitchell), Up In The World (Clifford T Ward), The Romance (Eric Kaz), ...

Tatsuro Yamashita – For You (1982, Air Records /BMG Japan)

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Un vero e proprio fenomeno del pop made in Japan . Chitarrista, autore, produttore ed arrangiatore, Tatsuro Yamashita è uno degli artisti giapponesi più famosi in assoluto.  Insieme ad altri personaggi come Eiichi Ohtaki , Minako Yoshida e Toshiki Kadomatsu è la punta di diamante del cosiddetto City Pop, un genere musicale nato in Giappone verso la metà degli anni Settanta a celebrazione del successo sociale ed economico  dopo anni di recessione. Un sound nuovo  quindi, fatto di  contaminazioni A.O.R , fusion , soul , funky, power pop che guardava dall’altra parte del Pacifico , a quella California sogno di consumo e normalizzazione. E' soprattutto la musica delle grandi città (city pop)dove la gente cominciava a vivere seguendo modelli occidentali, confezionata per consentire aggregazione, complicità, divertimento,  espressione di una classe media che diventava sempre più benestante.  Ed è questo il principale motivo di come  ancora oggi,...

Andy Pratt - Resolution (1976, Nemperor/Atlantic)

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Semisconosciuto ma grandissimo, Andy Pratt   è un songwriter indecifrabile. Debuttò nel 1970 con Records Are Like Life combinando pop e jazz, replicando a distanza di tre anni con album omonimo sempre di pop sperimentale da cui fu tratto l’hit minore Avenging Annie . Nel 1975  Nat Weiss , boss della Nemperor , etichetta distribuita dall’ Atlantic , lo scrittura per un album. Questo gli permette di conoscere il grande produttore Arif Mardin che aveva appena finito di lavorare per l’album del ritorno dei Beee Gees ( Main Course ). Mardin fu subito conquistato dal materiale di Pratt e fece un lavoro di produzione eccelsa. Arrangiamenti lussureggianti, orchestrazione compatta e sontuosa,  sonorità calibrate al millesimo, la voce e le tastiere di Pratt esaltate per ispirare le performances dei musicisti di studio ( Tony Levin , Steve Gadd , Andy Newmark, Hugh McDonald ). A differenza dai precedenti questo è un album squisitamente pop, ma con una serie multiforme di can...

George Duke – Dream On (1982, Epic)

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Per tanti anni partner di musicisti notissimi come Frank Zappa , Jean Luc Ponty , Billy Cobham , il tastierista George Duke trovò le idee per gestirsi con fortuna la carriera solistica divisa tra jazz e funky , ma sempre di grande classe e godibile. Tastierista essenziale, molto percussivo, la sua musica risulta travolgente e trascinante, controparte perfetta alla batteria, spesso affidata a fuoriclasse . Verso la metà degli anni Settanta l’artista ha spostato lentamente il tiro dei primi album per arrivare ad una produzione funky-soul di qualità, ben scritta e suonata. Nacque così la George Duke Enterprises e una serie di successi, alcuni dei quali insieme a Stanley Clarke . Dream On è uno dei migliori dischi questo cambiamento e presenta dieci brani dalla classica e riconoscibile musicalità di Duke che oltre a firmare tutti i brani e suonare un’infinità di tastiere ( Prophet , mini-moog , Rhodes , piano acustico , clavinet ) ed è anche responsabile delle parti vocali. Gli ...

Niteflyte –Niteflyte II (1981, Ariola)

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Il combo Sandy Torano e Howard Johnson replica con questo album muovendosi in sintonia con versanti più vicini all'A.O.R. Dotato dell’energia tipica del funky e della gradevole immediatezza propria del pop, questo secondo lavoro può contare su una sequenza di brani impareggiabili per il genere. I singoli You Are e You're Breaking My Heart sono canzoni da heavy-rotation radiofonico, Alicia's Song è uno strumentale fusion coi fiocchi, Anyway You Want  è un perla soul che sarà ripresa da Norman Connors , I Knew It Couldn't Happen altra notevole composizione conosciuta anche nella versione di Stanley Turrentine . Dopo lo scioglimento del gruppo Johnson pubblica tra il 1982 e il 1985 tre dischi a suo nome tra cu il  bellissimo debutto Keepin' Love New da cui venne estratto l’hit So Fine che entrò anche nelle classifiche inglesi . Johnson continuerà poi come autore e produttore collaborando con grossi personaggi tra cui Barry White , Tom Jones , Donna Allen e i M...

Utopia – Deface the Music (1980, Bearsville)

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Deface the Music è soltanto in apparenza un disco minore tra quelli di Todd Rundgren, stavolta insieme agli Utopia (Kasim Sulton, Roger Powell, Willie Wilcox). Un lavoro che rappresenta un geniale tributo al modus operandi beatlesiano riflettendone la prepotente vena melodica, l’intellettualità d’approccio nei confronti della forma pop con un perfezionismo ossessivo delle scelte di arrangiamento e delle tecniche di registrazione. Rundgren  da grande uomo di musica e padrone dei suoi trucchi non si limita con i suoi Utopia al semplice compito di apparecchiare le canzoni dei Beatles, ma realizza un’operazione di recupero di suoni e di stili partendo con le note originali per poi svilupparle alla sua maniera, esaltandone nel dettaglio tutte le virtù ed anche i vizi. Già nel 1976 con la prima facciata di Faithfull, l’artista coverizzò sei storici brani (due dei Beatles, Beach Boys, Dylan, Hendrix e Yardbirds) offrendo delle esecuzioni identiche agli originali per celebrare ...

Art Garfunkel - Fate For Breakfast (1979, Columbia)

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Garfunkel non è mai stato un autore, il suo compito prima è stato di fare la spalla ad un genio come Paul Simon, quindi di dare voce ad un certo tipo di pop d’autore americano con preferenze per Jimmy Webb e Stephen Bishop . Ma è anche un vocalist dal background vasto e completo che conosce bene i brividi dello studio avendo registrato sempre con il meglio dei musicisti ed arrangiatori in circolazione. Anche se contiene Bright Eyes , l’hit più grande di Garfunkel , questo Fate for Breakfast è l’album meno conosciuto dell’artista ed anche quello più vicino al sound westcoast . Il risultato è affascinante perché legandolo alle formule di un intimismo pop nostalgico, ne viene fuori una fusione esclusiva di torch song e A.O.R. Il produttore è  Louis Shelton , deus ex machina del successo di Seals & Crofts , che affida il discorso ad una selezione di canzoni di qualità superiore supportato da un  suono caldo e pastoso e una lista infinita di turnisti superlusso tra cui ...

Marc Jordan - Talking Through Pictures (1987, RCA)

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Il precedente A Hole in the Wall pubblicato solo in Giappone chiuse definitivamente il capitolo musicale soft-pop di Marc Jordan . Per quattro anni il songwriter canadese scrive soprattutto canzoni per altri colleghi, alcune di queste entrano anche in classifica: This Independence  e American Pop per i Manhattan Transfer ,  Pieces Of Ice per Diana Ross ,  Without Love  e Faithful Love  per la cantante australiana Renée Geyer . L’unica apparizione da vocalist fu con Soldier of Fortune, brano già edito su Bodies and Souls   dei Manhattan Transfer , e inserito nella colonna sonora di  Young Blood che faceva presagire le nuove direzioni techno-rock dell’artista. Nel 1987 esce questo Talking Through Pictures , il primo dei due album per la RCA, prodotto in gran parte da Paul DeVilliers, produttore e ingegnere del suono che aveva lavorato con i Mr. Mister di “ Welcome to the Real World ” e stava in quale periodo stava registrandocon Kim Bulla...

Lou Rawls - Unmistakably Lou (1977, Philadelphia International)

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Cresciuto col gospel insieme al suo amico d’infanzia Sam Cooke , Lou Rawls era sulla musicale sin dagli anni Cinquanta. All’attivo aveva una ventina di dischi sotto etichetta Capitol e MGM che pescavano con flessibilità nel jazz , nel blues , nel soul, classici come Stormy Monday , Tobacco Road , St. James Infirmary. Interprete dal particolare stile vocale molto influenzato da gente come Billy Eckstine e Joe Williams,  Rawls incise dal 1976 al 1981 sette album per la Philadelphia International . Questo è il secondo e veniva dal grande successo di You'll Never Find Another Love Like Mine che arrivò al primo posto sia nelle classifiche r&b che in quelle pop .  Tra i grandi artisti afroamericani, Rawls, come Jerry Butler , aveva grandi capacità di intrattenitore pop e Gamble & Huff realizzarono per lui degli ingredienti musicali molto mellow con atmosfere morbide e ritmiche flessuose che mettevano in risalto la sua voce profonda . Unmistakably Lou infatti è...

David Lasley – Missin’ Twenty Grand (1982, EMI) [Repost]

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Un nero mancato per "colpa" del falsetto in un concept album di grande blue eyed soul. A Detroit, negli anni sessanta, c’era un locale chiamato Twenty Grand dove si esibivano gruppi e cantanti con la passione della musica, specie quella nera. Una moltitudine di sconosciuti che da un giorno all'altro potevano diventare delle stelle internazionali grazie alla Tamla Motown che sotto la guida di Barry Gordy produceva dischi ormai in modo industriale conquistando il pubblico bianco. Uno di questi sconosciuti era David Lasley, personaggio che ritroveremo come corista in tanti lavori westcoast e da oltre 20 anni in pianta stabile con la band di James Taylor insieme ai suoi amici Arnold McCuller e Valerie Carter. Quando la Tamla Motown emigrò a Los Angeles, il Twenty Grand entrò in crisi, una decadenza che lo portò poi a chiudere i battenti. Questo bellissimo disco è una dedica appassionata al Twenty Grand e una struggente autobiografia in musica del giovane Lasley, dei s...

Niteflyte - Niteflyte (1979, Ariola)

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Dietro al nome Niteflyte si nascondono il chitarrista e cantante di origine cubana Sandy Torano e Howard Johnson , vocalist di Miami . Torano aveva collaborato nel 1977 insieme a Larry Alexander che si concretizzò con  Hit It Again ,  album soul-funky rilasciato a nome Tornader dove suonavano musicisti di prestigiosi  come Johnny Winter , i Brecker Bros. e Steve Ferrone . Sempre in quell’anno Torano lavorò in qualità di autore, produttore e strumentista per alcune canzoni dell’omonimo lavoro di Phyllis Hyman e come chitarrista in Don’t Stop the Music dei fratelli Brecker . Subito dopo Torano incontrò Howard Johnson in un locale di Miami dove si esibiva come vocalist. I due diedero così vita al progetto Niteflyte che fruttò due ottimi dischi. Questo è il primo co-prodotto da Torano insieme a Barry Mraz ( Bill Quateman , Styx , Fotomake r) con orchestrazioni di Onaje Allen Gums ed importanti ospiti ( Hamish Stuart , Brecker Bros ., Phyllis Hyman ,...

Linda Ronstadt - Cry Like a Rainstorm, Howl Like the Wind (1989, Asylum)

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Con alle spalle 70 milioni di dischi venduti, frutto di una carriera straordinaria iniziata nel 1966 con il trio folk-rock degli Stone Poneys , Linda Maria Ronstadt , texana, ex regina del country-rock di lusso, realizza un album pop straordinario. La cantante veniva da alcuni lavori di approfondimento vocale dove affrontava gli standard americani di Tin Pan Alley che furono cavalli di battaglia di Frank Sinatra , Judy Garland , Billie Holiday  e un altro disco di canzoni tradizionali messicane. Un aggiornamento rivelatosi indispensabile per rimettersi poi  in gioco nei territori del pop adulto più elegante. Questo è un disco superiore in tutto:  dalla  produzione ai suoni ( Peter Asher, George Massenburg ), dalel originali scelte come l’impiego una grande orchestra ( The Skywalker Symphony Orchestra ) e un coro gospel ( Oakland Interfaith Gospel Choir ), ospiti ed arrangiatori stimati ( Brian Wilson , Don Grolnick , Jimmy Webb, Marty Paich e David ...