Lewis Taylor – Lewis Taylor (1996, Island)
L’anima moderna e sincera di un giovane bianco che vuol diventare a tutti i costi nero. Questo album debutto di Lewis Taylor è un filo disperso per le strade di Londra che, brano dopo brano, porta in quel limbo dove il Dio del soul lascia vivere le anime dei non-neri. Enigmatico, graffiante, incontrollabile Lewis Taylor produce, suona, scrive, canta ed arrangia un soul da psicanalisi con suoni dell’altro mondo ed una naturale avversione al compromesso. E’ un repertorio situabile tra il funky e il soul-jazz riadattato alla contemporaneità. Dieci tracce liriche visionarie senza alcuna concessione al “ già sentito “, in una frammentazione del linguaggio soul aprendo la strada a nuove alchimie tra ritmo e melodia . Il funkness di “ Whoever “, la strepitosa “ Bittersweet “ costruita con agili giochi ritmici e tessiture jazz geniali, il soul profondo di “ Song “, l’ incredibile loop di emotività in “ Spirit “ solo voce e coro a cappella sono tutte spettacolari avventure nel funky-soul metropolitano. Una messa a punto del soul da strada che in alcuni momenti evoca le magie di “ Inner City Blues “ , le lezioni inascoltate di Leon Ware, i paesaggi sonori e vocali di Tim Buckley. Canzoni come “ How “ e “ Track “ sono un concentrato purissimo di blue eyed soul del duemila come possono concepirlo soltanto Hall & Oates e Todd Rundgren. Taylor riesce a raccogliere tutte le tendenze del neo soul, i fermenti sotterranei e quelli in superficie analizzati sempre sul filo delle emozioni. La nuova strategia della black passa inevitabilmente attraverso questo album di phatos drammatico e melodie ottimiste.
Mauro Ronconi
Tracks: 1 Lucky 2 Bittersweet 3 Whoever 4 Track 5 Song 6 Betterlove 7 How Buy 8 Right 9 Damn 10 Spirit
Spoiler :
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