
La consacrazione definitiva per il duo era arrivata l’anno prima con l’hit
Rich Girl e relativo album
Bigger Than Both Of Us. Fino ad allora
Hall e
Oates, nonostante quattro lavori di pregevole
blue eyed soul, erano noti solo per i due singoli
She’s Gone e
Sara Smile. Così, dopo essere saliti ai vertici, era prevedibile un’operazione che ricalcasse la formula precedente. Cosa che però non si avverò perchè il duo, sempre più alla ricerca di una personalità musicale (
Daryl Hall di lì a poco inciderà il disco con
Robert Fripp), cercava nuove direzioni sonore con scelte il più delle volte contrastanti alla legge del mercato. Ci furono per questo anche delle divergenze con il produttore
Chris Bond. Sebbene lo
staff era da due dischi praticamente lo stesso, la coppia non era soddisfatta della produzione, considerata asettica e con sonorità troppo elettriche. Ad onor del vero, a distanza di anni,
Beauty on a Back Street suona meglio di altri loro dischi. Il lavoro comunque si muove tra brani più ordinari con alcune prestazioni eccellenti tra cui il grande
blue eyed soul di
Don’t Change, l’appassionata e malinconica ballata
The Girl Who Used To Be e soprattutto
Why Do Lovers Break Each Other's Heart? (niente a che fare con l’hit di Spector), una delle migliori canzoni di tutti gli anni Settanta. Tra gli episodi più sperimentali, particolarmente riuscita è la bellissima
Bigger Than Both Of Us dalle soluzioni armoniche e corali originalissime, mentre risultano meno convincenti le atmosfere quasi
hard rock di
Bad Habits And Infections e addirittura quelle vicine al
rock progressive di
Winged Bull. Vittima dei tempi (eravamo in piena era
punk), di scelte promozionali sbagliate (la copertina decisamente
dark), detestato dallo stesso
Oates, questo album è invece un crocevia imprescindibile per la futura identità musicale e la credibilità artistica della coppia.
Mauro Ronconi
Tracks:
1. Don't change
2. Why do lovers break each other's heart?
3. You must be good for something
4. The emptyness
5. Love hurts (love heals)
6. Bigger than both of us
7. Bad habits and infections
8. Winged bull
9. The girl who used to be
Credits:
Producer: Christopher Bond
Keyboards: Daryl Hall, Christopher Bond
Guitars: John Oates, Christopher Bond
Drums: Jeff Porcaro
Bass: Leland Sklar, Scotty Edwards, Jimmy Hughart
Percussion: Gary Coleman
Sax: Tom Scott
All Vocals: Daryl Hall and John Oates
disco preziosissimo, proprio per quello che non è.
RispondiEliminasiamo a un passo dall'omologazione, dal rock che si consegna all'industria o marcisce nel punk. e invece, niente da fare, la splendida cultura sonora di philadelphia, l'abitudine a lavorare sulle canzoni con l'amore e la pazienza di un artista musivo, alla fine ci consegnano l'ennesimo lavoro memorabile del duo.la scrittura di hall è lievemente più spigolosa del solito (colpa/merito di fripp?), in compenso ci sono due bellissime canzoni di oates, e 'why do lovers break each other's heart' è la perfetta ricapitolazione di 25 anni di pop, da phil spector in giù.
c'è jeff porcaro a scaldare le bacchette, e si sente. domanda peregrina: e se i toto cominciassero proprio da qui?