Il songwriter americano David Hurst Batteau è conosciuto più come autore. Nella sua lunga carriera ha scritto centinaia di canzoni interpretate da tanti artisti tra cui Seals & Crofts, Art Garfunkel, Rufus, Cheryl Lynn, Bonnie Raitt, Donna Summer, Michael Sembello, Sergio Mendes, i Tempations, George Duke, Randy Crawford e soprattutto grandi hits per Robert Palmer, le Wilson Phillips e i New Edition. Iniziò a suonare nel 1969 con un gruppo country-rock chiamato Appaloosa, quindi, insieme al fratello Robin pubblicò nel 1973 un ottimo disco intitolato Batteaux dove c’erano interessanti contaminazioni tra pop, funk e sonorità latine. Canzoni come High Tide e Tell Her She’s Lovely sono diventate nel corso del tempo piccoli classici del genere. Ci riprovò da solista con questo Happy in Hollywood prodotto da Ken Scott e supportato da sessionmen del calibro di Willie Weeks, Jeff Porcaro, David Paich, David Spinozza, Robert Ahway. E’ un mondo musicale che si avvicina a quello del Michael Franks meno jazzato, con delicati brani che spaziano dal pop-folk (Dancing On Atom) al r&b (Spaceship Earth), dalle influenze brasiliane (Festival Of Fools) a quelle reggae (Oh, My Little Darling). Gli episodi migliori sono il mezzo tempo blue eyed soul di You Need Love, le due trasognate melodie della title-track e The Gates In Your Heart , infine la chicca Walk In Love che, scritta con John Klemmer fu ripresa prima da Carl Greaves nel 1977 e diventata un successo l’anno dopo nella versione dei Manhattan Transfer. L’insuccesso di questo disco lo portò a dedicarsi esclusivamente all’attività di compositore. Soltanto nel 1985 tornò in pista con i Nomo un trio di tecno-pop dove suonavano anche grossi musicisti come Andy Summers, Michael Sembello e Carlos Vega. Con loro incise l’album The Great Unknown da cui venne estratto l’hit minore Red Lipstick. Lo ritroviamo poi nel 1993 con Darrel Brown nel progetto di Contemporary Christian Music denominato Soul Mission. Una curiosità: la sua canzone Tear Down The Walls , cantata originariamente da Michael Sembello, fu utilizzata dai media per sonorizzare la caduta del muro di Berlino.
Mauro Ronconi
Tracks:
1. Happy in Hollywood
2. Festival of fools
3. Oh, my little darling
4. My morning glory
5. Orphée
6. Walk in love
7. Spaceship earth
8. Dancing on atoms
9. You need love
10. The gates in your heart
Credits:
Producer: Ken Scott
Keyboards: David Paich, Roy Davis
Guitars: David Spinozza, Robert Ahway, David Batteau
Bass: Willie Weeks, Kenny Altman
Drums: Jeff Porcaro
Percussion: Milt Holland
Flute: Steve Gregory
Trumpet: Martin Drover, Michael Bailey
Sax: Chris Mercer
Background Vocals: Deniece Williams, Julia Tillman, Maxine Willard, Joan and Alexandra Sliwin, Karen Friedman
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Continuano i viaggi di Sakamoto e gli orizzonti sono sempre più ampi. “ Heartbeat “ , dopo “ Beauty “ è un’altra perla del suo genio. L’artista ridisegna il suo occidente, si apre al suono nero e lo reinventa Modifica HTML sui ritmi e le armonie. Un’operazione di musica concreta, ma svolta all’inverso. Scende nelle sonorità del soul urbano , del pop e ne mette in discussione i linguaggi: li semplifica assimilandoli lentamente, brano dopo brano, spogliandoli attraverso progressivi trattamenti ritmici. Sakamoto si libera dal pericolo dell’elettronica quella che aveva tout court una funzione sperimentale e mai come stavolta, il rapporto con gli altri stili musicali è stato voluto e predeterminato. Un suono preciso che fa la spola tra il “ future listening “ e la dance elettronica, ovvero la misteriosa fusione tra pop, funky-rap, jazz e world music. Ne viene fuori un serrato dibattito di idee musicali cantate in lingua inglese, russa, francese, giapponese ed espresse al meglio in...
Lauren Wood è nota al grande pubblico perché abbinata al brano “Fallen“ incluso nella colonna sonora di “Pretty Woman“, ma Ilene Rappaport (questo il vero nome) iniziò la carriera musicale nel 1973 quando, insieme a suo cugino Novi Novog ed al bassista Ernie Eremita, formano il gruppo "Chunky, Novi & Ernie" (Chunki era il suo pseudonimo). Pubblicano due omonimi e discreti album per la Warner, uno nel 1973 piuttosto rock con un cameo di Frank Zappa e la produzione di John Cale, l’altro nel 1977 più in linea con gli stilemi del pop californiano. Sciolto il trio nel 1979 Lauren Wood realizzò il suo primo lavoro solistico decisamente pop. In quel disco c’era un piccolo capolavoro di cantautorato westcoast “Please Dont Leave“ insieme a Michael McDonald che arrivò tra i top ten delle classifiche, ma fu con questo “Cat Trick“ che la Wood diede sfoggio a tutta la sua classe compositiva. Un album impeccabile, con grandi canzoni pop. Strutturato come una specie di comp...
Il disco più raro del mondo.
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