Danny O'Keefe - The Global Blues (1979, Warner Bros.)
Sempre sprofondato nella categoria degli eterni outsiders, ancor più spesso dimenticato tra quei misconosciuti incapaci persino di definirsi tali, Danny O’Keefe completa il viaggio iniziato nel 1975 con So Long Harry Truman e proseguito nel 1977 con American Roulette, dove l’artista stava cercando una forma di comunicazione completamente al di fuori dagli stereotipi massificati dei soliti luoghi comuni del pop. Prodotto da lui stesso e dal chitarrista Jay Donnellan dei Love, The Global Blues è un album ricco di sfumature, anche troppe per mettere a fuoco tutti gli stili musicali toccati in questi dieci brani. Ma qui non si discute sui valori assoluti del disco quanto su quel valore - meno assoluto ma ugualmente indispensabile – del coraggio. Sognatore ed intelligente, O’Keefe capisce che la musica pop è un medium manipolabile di cui servirsi con passione distaccata per arrivare alla fonti della moderna comunicazione. Un senso di decostruzione musicale e lirica pervade queste composizioni. Nella title track, dove c’è il grande batterista jazz Tony Williams, sembra di ascoltare in anteprime certe intuizioni melodiche ed armoniche di Tom Waits. Livin' In The Modern Age è una sorta di ragtime moderno con i fiati arrangiati da Jerry Yester (Lovin Spoonful), Jim Keltner alla batteria e Larry Mihoberac, collaboratore di Elvis Presley, al piano. The Street è un tema calypso che si trasforma poi in un canto rock da “strada” con sintetizzatori e chitarre distorte. Jimmy Hoffa Mem. BLDG. Blues, è un pezzo irriverente dagli arrangiamenti jazz tradizonali che parla del famoso sindacalista americano scomparso nel nulla. Ancora scenari che cambiano nello scorrere melodioso sull’argine new age-world music di Square Sun, che vede la partecipazione di Kazu Matsui, specialista del shakuhachi, il tipico flauto lungo di bambù giapponese e Save the Whales, denuncia disperata contro l’ignobile caccia alle balene da parte dei giapponesi. Un pezzo straniante in cui O’Keefe canta alcuni versi cantanti in lingua nipponica. Il quasi hard rock di Atlas è poi spiazzante con una grandissimo lavoro di chitarra. Un menzione a parte meritano (Keep Your) Back To The Wall, On The Wheel Of Love e Falsetto Goodbye, tre perle in stile westcoast pop. Con uno sguardo al jazz, al blues, al folk e l’approccio istintivo alla melodia, la sua musica era l’imprevisto per il mercato, senza strategie, ovvero in assenza di calcolo. Ma, a distanza di anni, The Gobal Blues è la prova schiacciante di questo costante provarci, di questo modo spontaneo di rischiare in barba ai conti, ai guadagni, ai ragionieri delle majors (infatti la Warner interruppe qui il rapporto con l’artista). Perdente dall'anima sana, da lì in avanti Danny O'Keefe frequenterà i circuiti discografici allo stato brado e solo cinque anni dopo lo rivedremo in un disco a suo nome.
Mauro Ronconi
1. The global blues
2. Livin' in the modern age
3. Falsetto goodbye
4. The street
5. On the wheel of love
6. The Jimmy Hoffa Mem. Bldg. Blues
7. (Keep your) Back to the wall
8. Square sun
9. Save the whales
10. Atlas
Credits:
Producers: Jay Lewis and Danny O'Keefe
Guitars: Danny O'Kefe, Jay Lewis, Joel Tepp, Scott Strong
Drums: Tony Williams, Jim Gordon, Jim Keltner, Thom Mooney
Bass: Veyler Hildebrand
Piano: Larry Muhoberac, Bill Cuomo
Keyboards: Roger Kellaway
Synthesizers: Mike Boddicker
Organ: Vince Melamed
Percussion: Steve Foreman
Horns: John Ewing, Richard Nash, Mike Baird, Johnny Rotella, John Coan, Paul Woltz
Background Vocals: Bobby King, Biggy McFadden, Ronnie Barron, Venette Gloud, Sharon Robinson, Carmen Twillie, Rusty Bichanan, Sue Richman, Lynda Lawley
Un grandissimo musicista!
RispondiEliminadisco ingombrante, gigantesco, di enorme ambizione.
RispondiEliminascommessa quasi completamente riuscita. nel reparto morbidezze d'autore, 'on the wheel of love' sa fare tanta strada.