Curtis Mayfield era uno dei maestri del pensiero della coscienza sociale afroamericana. Come
Stevie Wonder e
Marvin Gaye, egli ha costretto il mondo del
pop ad interrogarsi per venti anni raccontando le proprie esperienze con una musica dalla straordinaria forza comunicativa diventata poi messaggio universale. Siamo nel 1975, la guerra in
Vietnam era terminata portandosi dietro ferite profonde, c’era stato lo scandalo
Watergate, la fine dei movimenti dei diritti civili e si erano create sempre di più una serie di ingiustizie sociali che relegavano gli afroamericani e le minoranze etniche nei ghetti e nelle periferie delle grandi città.
Mayfield, consapevole del malessere e della disuguaglianza del suo popolo, con questo album guarda il mondo del suo tempo e si fa portavoce della sofferenza, del disagio, ma anche della profonda dignità dei neri, perdenti per destino. La copertina stile
kitsch opera del pittore-sognatore
Guy Pellaert, è il biglietto da visita del suo messaggio: ambientazione anni ’50, in primo piano una famiglia borghese americana sorridente dentro l’auto e davanti a loro i neri che fanno la fila per il pane. Il titolo è ovviamente provocatorio “
non c’è nessun posto come in America oggi” e tutto il disco vive di un approccio dualistico fatto di stati d’animo disparati: la paura e la malinconia, la disillusione e l’ amore. Un
r&b che dialoga, legandolo a doppio filo con la cultura
pop, la
dance il
gospel, il
funk. Gli interventi puntuali della chitarra, il fraseggio fluente e melodico della sezione fiati, le strutture ritmiche complesse, gli arrangiamenti orchestrali raffinati, il suo inconfondibile falsetto (adottato poi da
Prince), sono tutti elementi in cui trasferisce l’intensità emotività della sua musica.
Billy Jack, in apertura, è la nuova
Freddie’s Dead,
funk duro con un eccezionale lavoro di chitarra ritmica e
Wah Wah dove si parla dell’omicidio di un malvivente con linguaggio diretto e crudo, scagliandosi contro le armi e contro l’ escalation della violenza urbana.
When Season In Change racconta le miserie della vita urbana miscelando
soul e
gospel. Il tocco sofisticato e brillante di
So In Love, una delle più commoventi canzoni d’amore mai ascoltate dal
groove costante con splendidi arrangiamenti di fiati e tastiere di
Richard Tufo. Alto
soul-gospel da incorniciare è
Jesus, preghiera di spirito e coscienza sociale sulla scia di capolavori come
People Get Ready e
Keep On Pushing.
Blue Monday People, dai geniali spunti
funky, è un diretto riferimento al classico
Blue Monday di
Fats Domino nel quale
Mayfield spiega che l’amore conta più del denaro per sopravvivere alle ingiustizie e alle oppressioni.
Hard Times era un brano originariamente inciso da
Baby Huey, qui
Mayfield ne fa una versione sublime mettendoci dentro tutto il senso di speranza e di riscossa con cui fu concepito. In chiusura l’elegante scansione
mellow di
Love to the People, una sorta di rilassante antidoto alle difficoltà. Spesso trascurato, questo album è stato un vero segno dei tempi, essenziale capitolo per capire quale sia il grande contributo di
Curtis Mayfield non soltanto alla musica
soul, ma anche alla voce e alla dignità del popolo nero.
Mauro Ronconi
Tracks:
1
Billy Jack
2 When Seasons Change
3
So In Love
4 Jesus
5 Blue Monday People
6 Hard Times
7 Love To The People
Credits:
Producer, Written-By– Curtis Mayfield
Arranged By– Rich Tufo
Bass– Lucky Scott
Drums– Quinton Joseph
Guitar– Phil Upchurch
Keyboards– Rich Tufo
Keyboards, Guitar– Curtis Mayfield
Percussion– Henry Gibson
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