Stevie Wonder - In Square Circle (1985, Motown)
Stevie Wonder è un musicista che cerca ogni volta di essere se stesso, rare volte non ci riesce. Usa ogni nuovo set di canzoni per affinare la sua espressione, tormentando fino alla perfezione un modello ricorrente. Con l’avvento definitivo dello strumento elettronico , la seconda metà degli anni ’80 è stata per la musica pop e soul un periodo di involuzione oscurata da produzioni stilizzate con uso massiccio di sintetizzatori e drum machine. Tanti artisti decisero di beneficiare di questa finta aria restauratrice e di affidarsi a produzioni da catena di montaggio. Di fatto Stevie Wonder era rimasto a Hotter Than July del 1980 e un paio di meravigliosi inediti inclusi nella raccolta Original Musiquarium (1982). E’ vero, c’era stato il successo planetario della colonna sonora di The Woman in Red (1984) con lo zuccheroso tormentone di I Just Called To Say I Love You, uno dei singoli più venduti di sempre, ma fu episodio piuttosto informale per gli standard a cui ci aveva abituato. Con In Square Circle , l’artista torna alla discografia "ufficiale". Un lavoro molto influenzato ovviamente dalla moda tecnologica di quegli anni. Ma Wonder, d’altronde, prese confidenza con l’elettronica fin dai primi anni ’70. E' stato un pioniere nell’uso dei sintetizzatori applicati al pop e al r&b, cercando però sempre di bilanciarne l’impiego con la strumentazione tradizionale che qui è piuttosto ridotta. In A Square Circle è diviso equamente fra un gruppo di brani in cui Stevie Wonder funziona da Stevie Wonder (Go Home, Overjoyed, Never In Your Sun , Part Time Lover) e un gruppo di altri in cui la struttura dei brani risente del nuovo corso e non va oltre il tentativo di essere all’altezza del miglior se stesso, senza mai cadute di tono. Che qualcosa sia cambiato lo si può constatare dall’iniziale Part Time Lover. Per la prima volta l'artista non impone le tendenze ma le segue. Un up-tempo ipnotico dall’ineguagliabile malia, tutto costruito su ritmi di batteria computerizzati e belle armonie vocali con la partecipazione di Luther Vandross come seconda voce solista al coro. Costruite con lo stesso groove artificiale, non altrettanto brillanti, ma sempre di buon livello sono le seguenti I Love You Too Much, energica e trascinante e Whereabouts, più soffice ed aggraziata melodicamente. Una delle canzoni più belle mai scritte dall’artista è invece Overjoyed che è anche la più wonderiana della canzoni di quest’album. Una melodia dagli effetti adorabili scritta originariamente nel 1979 per l’album Journey Through the Secret Life of Plants e registrata nuovamente. Ballata dalla melodia contagiosa che, esclusi alcuni suoni ambientali, è priva di sintetizzatori e viene guidata dal piano di Wonder, la chitarra acustica di Earl Klugh e un arrangiamento d’archi di Paul Riser, dove ad un certo punto di sentono foglie pestate e sassi che cadono in acqua in un atmosfera leggiadra. Il musicista poi cerca di assorbire artisticamente i nuovi stilemi e sintonizzarli nel suo sensibilissimo songwriting come in Never In Your Sun, in cui c’è un uso della drum machine incredibile a dettare un tempo anomalo con cambi di tono geniali oppure in Go Home , l’unica canzone caratterizzata da fiati veri, tromba di Larry Gittens e sax di Bob Malach, mentre Wonder usa il vocoder per caricare ancor di più il ritmo vocale. In un pezzo arioso come Stranger On The Shore Of Love c’è l’idea chiara di cosa lui vorrebbe dal pop, di come i cambiamenti alla fine rispettino una regola, protocollare, ma creativa. Due spunti funky-soul di frangia elettronica sono abbinati liricamente a tematiche sociali e politiche: Spiritual Walkers in cui affronta l’ argomento dei Testimoni di Geova e Land Of La La che racconta la decadenza morale di Hollywood, rievocando quel clima di riforma intellettuale rintracciabile in canzoni storiche come Living fo the City e You Don’t Have Nothing. Chiude l’album It’s Wrong (Apartheid), brano che riprende il discorso lasciato con Happy Birthday (canzone che contribuì a decretare una festa nazionale in memoria di Martin Luther King. Wonder). Qui si rivolge alla questione più calda di quegli anni, ovvero l’apartheid, paragonato all’Olocausto e alla schiavitù. Molto efficace musicalmente i cori sudafricani Xhosa. Commercialmente il disco funzionò benissimo.Ben cinque singoli furono estratti (Part Time Lover, Overjoyed, Go Home, Land of La La, Stranger on the Shore of Love). Un altro prezioso archivio di cui servirsi per disegnare una mappa del pop-soul moderno da parte di Wonder.
Mauro Ronconi
1. Part-Time Lover
2. I Love You Too Much
3. Whereabouts
4. Stranger On The Shore Of Love
5. Never In Your Sun
6. Spiritual Walkers
7. Land Of La La
8. Go Home
9. Overjoyed
10. It's Wrong (Apartheid)
Credits :
Stevie Wonder Accordion, Drums, Harpsichord, Producer, Synthesizer, Vocals
Gary Olazabal Engineer, Programming
Philip Bailey : Vocals (Background)
Peter Byrne Vocals (Background)
Billy Durham Vocals (Background)
Keith John Vocals (Background)
Melody McCully Vocals (Background)
Darryl Phinnessee Vocals (Background)
Howard Smith Vocals (Background)
Luther Vandross Guest Artist, Vocals, Vocals (Background)
Deniece Williams Vocals (Background)
Syreeta Wright Vocals (Background)
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