Finn – Finn (1995, EMI)
I fratelli Neil e Tim Finn, infanzia passata a Te Awamutu, Nuova Zelanda , sono sempre stati in bilico tra separazioni e ricongiungimenti. Anche in quella terra lontana la musica pop ha fatto sentire il peso della sua magica mano, soprattutto quando nel 1975 (Mental Notes) i due si presentarono sulla scena internazionale alla guida degli Split Enz, geniale band capace di combinare in unica soluzione l’art-rock dei Roxy Music e il pop melodico dei Beatles con risultati straordinari. Nel 1984, dopo nove album il gruppo si sciolse. Tim si costruì una carriera solista in Inghilterra iniziata parallelamente l’anno prima (Escapade), mentre Neil forma a Melbourne con Paul Hester, batterista degli Split Enz, un gruppo multietnico chiamato Crowded House. Con loro Neil Finn, anche se più giovane di Tim, dimostrò di saper scrivere musica pop ad alta concentrazione emotiva. Tra Melbourne e Los Angeles con la produzione di Mitchell Froom realizzò con i Crowded House due lavori pregevoli come Crowded House (1986) e Temple of Low Men (1991) piazzando nelle classifiche internazionali singoli di qualità quali Don't Dream It's Over, I Feel Possessed e Into Temptation. Tim invece continuava ad incidere album restando però nel limbo dei talenti inespressi. Tornato Melbourne inizia nel 1990 a lavorare col fratello per un album in coppia, ma dopo alcuni mesi Neil propone di destinare le canzoni per il ritorno discografico dei Crowded House intitolato Woodface (1991). Otto brani furono pubblicati per quell’album tra cui l’hit Weather With You e Tim intraprese con la band un tour americano. L’esperienza però durò pochissimo e Tim Finn se ne andò per proseguire in conto proprio, mentre i Crowded House, dopo aver rilasciato frattempo un altro disco nel 1993 (Together Alone) e conseguito un interesse sempre più vasto a livello internazionale, si sciolsero inspiegabilmente nel 1996. I due fratelli però già verso del 1994 si erano riuniti registrando ad Auckland questo album prodotto da Tchad Blake riprendendo diverse canzoni scritte insieme nel corso degli anni e mai pubblicate. Tutti i brani sono suonati e cantati dai due, eccetto un cameo al basso del famoso musicista neozelandese Dave Dobbyn in Kiss the Road of Rarotonga. In questo album l’approccio di esecuzione e scrittura è molto particolare. C’è parsimonia nei suoni, le melodie sono volutamente intricate rivelandosi appieno dopo ripetuti ascolti, le atmosfere impregnate da toni crepuscolari, sottili trame sonore che sfumano in contaminazioni etniche tramite canti e strumenti dei nativi neozelandesi (Maori). Ogni episodio ha una storia da raccontare, un messaggio da comunicare, come accade nei dischi pop più autentici. Due artigiani sonori che miscelano con esaltante semplicità sali e scendi melodici bellissimi (Eyes of the World), armonie vocali ipnotiche (Suffer Never), pop irresistibile (Angels Heap). Un lavoro di riflessioni appassionante su come la musica pop non possa perdere tempo a stabilire quanto e cosa sia vecchio e quanto e cosa sia nuovo in undici canzoni in grado di raccontare cinquant’anni di musica pop con un pugno di accordi. Dei capolavori come Only talking Sense oppure Last Days Of June firmata dal solo Neil ,sono momenti di grande levatura melodica che arrivano con la naturalezza narrativa dei grandi maestri pop (Paul McCartney). Where Is My Soul è un altro pezzo straordinario che, pur partendo da presupposti malinconici ed inquieti (sensi di colpa, ansia), finisce per provocare sensazioni di vitalità. Nel Regno Unito il disco uscì sotto il nome Finn Brothers per non creare confusione con un altro gruppo chiamato Fin. Nove anni più tardi i fratelli Finn torneranno con un altro disco di pop maturo (Everyone Is Here), ma questo resta il migliore.
Mauro Ronconi
01 "Only Talking Sense" – 3:04
02 "Eyes of the World" – 2:52
03 "Mood Swinging Man" – 4:06
04 "Last Day of June" (N. Finn) – 3:18
05 "Suffer Never" – 4:00
06 "Angels Heap" – 2:53
07 "Niwhai" – 3:36
08 "Where Is My Soul" – 4:10
09 "Bullets in My Hairdo" – 3:00
10 "Paradise (Wherever You Are)" – 3:59
11 "Kiss the Road of Rarotonga" – 3:25
Credits:
Produced by Tchad Blake and the Finn Brothers
All instruments played by the Finn Brothers except bass on "Kiss the Road of Rarotonga" by Dave Dobbyn.
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