Beach Boys - That's Why God Made the Radio (2012, Capitol)
In occasione dei 50 anni di attività, i Beach Boys tornano, a distanza di sedici anni, con un nuovo album, il trentesimo di studio. L’organico è formato da Brian Wilson (tastiere, voce), Mike Love (voce), Al Jardine (chitarra, voce), Bruce Johnston (basso, voce) e il redivivo David Marks (chitarra, voce), componente del gruppo nel 1963. Accompagnato da diffidenza e bollato a priori come mera operazione commerciale, questo album è invece un encomiabile sforzo artistico perché la forza melodica, le voci limpide , il songwriting delizioso di Wilson e soci , le loro inconfondibili architetture sonore , vengono espresse al meglio come non capitava dai tempi di Love You ( 1977). Il titolo è un omaggio alla radio e al suo ruolo divulgativo di formazione musicale per le generazioni cresciute tra gli anni ’50 e ‘70. Brian Wilson, assente da decenni dalla line-up ufficiale, produce insieme a Mike Love il lavoro e co-scrive 11 brani su 12 in collaborazione soprattutto con l’arrangiatore Paul Mertens e i parolieri Jim Peterik e Joe Thomas. Un album diviso in due parti a compendio di altrettante motivazioni artistiche
ed esistenziali della band. La prima riflette l’anima più spensierata fatta di canzoni spumeggianti e ritmate. Rievocazione di un’epoca pop mai giustiziata dal tempo in quanto nel corso degli anni sia il pubblico che un’infinità di musicisti hanno saputo dedicare a questi grandi vecchi i loro pensieri migliori. E' un percorso questo intriso di leggerezze d’autore a cominciare dal singolo That's Why God Made the Radio , pezzo che risale al 1998, dove sono condensate tutte dinamiche vocali che solo i Beach Boys possono offrire. Isn't It Time, Shelter e The Private Life of Bill and Sue sono dei brani dalla rima facile scritti appositamente per il disco, ma si sa, i Grandi si riconoscono perchè rendono emozionanti anche le cose più semplici. Un tema dai sapori tropicali è Daybreak Over the Ocean , originariamente intitolato First Love ed inciso da Mike Love nel 1978 per un suo disco solista rimasto inedito. Nella seconda parte dell’album ci sono invece riflessioni sulla vita, sul tempo che passa, la visione del futuro e dell’età senile. Beaches in Mind e Strange World sono due gradite manifestazioni d’amore per l’arte canzone al massimo della sua identificabilità. Cartoline sonore dai mille colori molto evocative che sanno cosa significhi lo scorrere del tempo, il passare delle stagioni e non soltanto sotto il profilo fisiologico e naturale. Poi arriva al sorpresa più bella. Alla fine dell'album troviamo il pop che rasenta la perfezione nelle sublimi mini-sinfonie From There to Back Again, Pacific Coast Highway e Summer's Gone. Canzoni dalle inconfondibili armonizzazioni melodiche che saltano dentro orchestrazioni barocche con tanto di oboe e carillon. Una dimostrazione di come la California sia tuttora un sogno che corre sulle onde dell’oceano e si trasforma in canzoni.
Mauro Ronconi
01 Think About the Days (Brian Wilson, Joe Thomas) - 1:27
02 That's Why God Made the Radio (Wilson, Thomas, Larry Millas, Jim Peterik) - 3:19
03 Isn't It Time (Wilson, Mike Love, Thomas, Millas, Peterik) - 3:45
04 Spring Vacation (Wilson, Love, Thomas) - 3:06
05 The Private Life of Bill and Sue (Wilson, Thomas) - 4:17
06 Shelter (Wilson, Thomas) - 3:02
07 Daybreak Over the Ocean (Mike Love) - 4:20
08 Beaches in Mind (Wilson, Love, Thomas) - 2:38
09 Strange World (Wilson, Thomas) - 3:03
10 From There to Back Again (Wilson, Thomas) - 3:23
11 Pacific Coast Highway (Wilson, Thomas) - 1:47
12 Summer's Gone (Wilson, Jon Bon Jovi, Thomas) - 4:41
The Beach Boys are Al Jardine,Bruce Johnston, Mike Love, David Marks, Brian Wilson.
Commenti
Posta un commento