Sparks – Introducing Sparks (1977, Columbia)
Il gruppo originale si chiamava Hafnelson, il produttore Todd Rundgren lo cambiò in Sparks. I leader erano i fratelli Ron e Russell Mael e con loro c’era nell’organico il chitarrista Earle Mankey che poi ritroveremo come uno dei più importanti produttori delle band new vawe californiane. I primi due album era dei gioielli sotterranei, ma nessuno vi fece caso. Così i fratelli Mael sciolsero la band, partirono per l’Inghilterra e ricostituirono lì gli Sparks con altri musicisti. Nel 1974 pubblicarono Kimono My House inserendosi in quella corrente elettrica e futuristica che allora faceva capo a David Bowie e ai Roxy Music. Un disco straordinario che cambiò la faccia del pop-rock anticipando gran parte delle correnti after punk. Una miscela fatta di pop surrealista, rock elettrico e vellutato ed una canzone epocale intitolata This Town Ain’t Big Enough For Both Of Us. Seguirono altri capolavori sempre con elementi cabarettistici ed elettrici come Propaganda, Indiscreet, elaborando un suono controcorrente, ambiguo e futurista dominato dalla voce acuta di Russell Mael e dalle tastiere di Ron, quest’ultimo con un look bizzarro e baffi alla Adolf Hitler o se preferite alla Charlie Chaplin. Registrato a Los Angeles , Introducing era il settimo lavoro degli Sparks, il secondo per la Columbia dopo Big Beat prodotto da Rupert Holmes e i due fratelli stavano cercando un nuovo approccio musicale più vicino al pop con richiami al surf e all’A.O.R. I recensori lo stroncarono a prescindere, solo perché era un album degli Sparks diverso da tutti gli altri. Forse era brutto disco perché per la prima volta venivano assoldati turnisti di grido come Mike Porcaro, David Foster, Lee Ritenour, David Paich , Ed Greene e Thom Rotella. Forse era un brutto disco perché conteneva due potenziali hit bomba come Ladies e A Big Surprise, oppure perché Over the Summer era una grandissima canzone che magari i Beach Boys avrebbero inserito con piacere nei loro dischi migliori, o forse ancora perché Goofin Off , mascherata da canto cosacco, riusciva a riassumere l’essenza della loro arte condensandola in quattro minuti e mezzo di musica a metà strada tra Frank Zappa e i 10cc. Forse perché Forever Young era un pezzo dal sound solare, molto westcoast e Those Mysteries una ballata stupefacente in quell’incedere orchestrale spectoriano. Eppure i fratelli Mael in quegli anni erano davvero formidabili. Avevano un serbatoio inesauribile di suoni, di sogni, di melodie, che li supportava a livello creativo laddove altri personaggi, incapaci di adeguarsi a nuove realtà, si trasformavano in caricature grottesche. Ancora oggi non si è riuscito capire il perché di quell’ accanimento da parte della critica ufficiale con relativo fallimento commerciale. Fatto sta che questo capolavoro fu dimenticato in fretta. La Columbia rescisse il contratto e si guardò bene di ristamparlo. Delusi se ne andarono con Giorgio Moroder ad indagare per conto della nuova casa discografica Elektra sugli effetti la disco elettronica (No. 1 in Heaven). Solo a distanza di trenta anni è stato riesumato senza fronzoli dalla label personale dei Mael e subito dopo con una versione digitale perfetta dai soliti giapponesi, i quali forse hanno capito del crimine perpetuato per decenni nel mondo della musica togliendo dalla circolazione un disco come questo.
Mauro Ronconi
Tracklist:
1. A Big Surprise 2. Occupation 3. Ladies 4. I'm Not 5. Forever Young 6. Goofing Off 7. Girls On The Brain 8. Over The Summer 9. Those Mysteries
Musicians:
Thom Rotella, Lee Ritenour, Mike Porcaro, Mark Piscitelli, David Paich, David Foster, Ed Greene, Jim Haas, Ron Hicklin, Stan Farber, Tom Bahler, Al Capps.
Sono qurioso... Where's the link?
RispondiEliminama i link non li metti piu' e perche'
RispondiEliminaQuesta è bella, ma le recensioni su Todd Rundgren hanno parecchi errori
RispondiEliminaLino per foruna ci sei tu..contribuisci allora, è un blog libero...
RispondiEliminacaro Lino se ti riferisci al nome della band, ti dico che questo fu dato ai fratelli MAel da Albert Grossman e Todd Rundgren, che li trovarono cos' divertenti e anche per similitudine di cognome, li paragonarono ai celebri fartelli Marx ribattenzondoli con un calembour, SPARKS BROTHERS ( spark significa scintilla, ma anche battuta di spirito). Trovando orrenda la dicitura "brothres" per un gruppo, Ron e MAel decisero poi di tenere solo la prima parte. Caro Lino non fare troppo il saccente perchè anche sui blog di Todd ci sono errori grossolani.
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