Ephraim Lewis – Skin (1992, Elektra)
Uno dei migliori dischi soul degli anni Novanta. Inglese di Wolverhampton, Ephraim Lewis introdusse con questo unico album il mistero del neo-soul tra gli spartiti del pop e del r&b, portando agitazione nel regno dell’agitazione per eccellenza. Anche se decisamente giovane, Lewis dimostrò un grande spirito d’iniziativa, ampia cultura musicale e ottima conoscenza dei meccanismi che regolano la nascita di una canzone. Skin è un album di soul stratificato, esaltato dalla produzione rarefatta del team Bacon & Quarmby , i due ex Comsat Angels che troveremo con Finley Quaye, Del Amitri, Audioweb e Lighthouse Family. Brani tutti rigorosamente ispirati a tratti fantastici come i due singoli Drowning in Your Eyes e It Can’t Be Forever e le melodie che sostengono le magnifiche Sad Song e Summer Lightning. Un esordio bellissimo dotato di certi appunti che siamo oggi abituati ad associare alla musica di Seal o di Eric Benét. Lewis scomparve agli occhi del mondo in circostanze misteriose il 18 marzo del 1994 a Los Angeles. Si doveva incontrare con Glen Ballard per la produzione di un nuovo album. Lo ritrovarono nudo sul marciapiede dopo una caduta dal quarto piano. Si pensò all’inizio al suicidio, poi si accertò che aveva preso delle anfetamine, qualcuno disse che poco prima aveva bevuto una cocktail allucinogeno a sua insaputa. Resta un mistero. Aveva 24 anni, un talento da vendere e un futuro davanti.
Mauro Ronconi
Personnel: Ephraim Lewis (vocals), Hussein Boon, Mark Sheridan (guitar), Chris Bachelor (trumpet), Ashley Slater (trumpet, trombone), Henrich Linneman (flute), Michael Ward, Steve Buckley, Dave Bitelli (saxophone), Jonathon Quarmby (keyboards), Kevin Bacon, Barry Zeli (bass), Trevor Murell, Ed Hacket, Caroline Bowden, Darren Ford (drums), Colin Elliot (percussion), Heather Allen, Paul Miro (background vocals).
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