Adrian Gurvitz - Sweet Vendetta (1979, Jet)


Gli esordi artistici del songwriter inglese Adrian Gurvitz risalgono alla fine degli anni Sessanta quando insieme a suo fratello Paul (il loro cognome fu modificato nel più semplice Curtis) e al batterista Louie Farrell forma i  Gun, gruppo di hard-rock che ricosse nel 1968 un grande successo con il brano Race with the Devil e  i due dischi culto Gun (1968) e Gunsight (1969). Chitarrista dotato di grande tecnica,  Gurvitz viene chiamato , dopo la morte di Jimi Hendrix, dal leggendario Buddy Miles con il  quale incide nel 1973 Chapter VII, una pietra miliare del funky-rock, suonando poi con la Buddy Miles Express in lunghi tour americani. A distanza di due anni il musicista torna in Inghilterra e forma sempre con il fratello Paul (basso) e Tony Newman (batteria)  i Three Man Army, trio di rock-blues che dopo due ottimi album si scioglie nel 1973 per questioni manageriali. L’anno seguente i due fratelli fondano con l’ex batterista dei Cream Ginger Baker la Baker Gurvitz Army  e tra i 1974 e il 1976  pubblicano tre album. Altra esperienza importante del duo è stata la partecipazione nei due lavori di Graeme Edge, batterista dei Moody Blues, Kick Off Your Boots Muddy (1975) e Paradise Ballroom (1977). Nel 1978 Gurvitz va a Los Angeles e incide due album ( Sweet Vendetta, Il Assassino) per la Jet Records cambiando completamente genere musicale. Sweet Vendetta fu il primo ed anche il più interessante. Un piccolo miracolo maturato al sole della California, snodo di tanta fantasia artistica e senza rivali quando c’è da prendere il pop bianco e amalgamarlo con il r&b. Anche se non dotato di grande voce né tantomeno di stampo nero, Adrian Gurvitz riesce a collegare egregiamente suoni funk e melodie da ballata creando per l’intero lavoro un mood costante di morbidezza blue eyed soul. La fantasia dei suoi spartiti è sempre in grado di garantire una manifattura al di sopra della media con alcune canzoni pop-soul di grande classe. Da ascoltare il  pop sofisticato di Put a Little Love (In Life's Heart), le sfumature disco-funk di I Just Wanna Get Inside Your Head, oppure la bellissima The Way I Feel che il duo chill out dei Bent riprese per la loro Magic of Love (2003) campionandone il riff di chitarra. Un pezzo come The Wonder Of  It All  avrebbe potuto scriverla Boz Scaggs oppure Bobby Caldwell e l’upbeat groove di Love Space sembra un archetipo per certe soluzioni usate anni dopo dai  Jamiroquai. Fiati arrangiati da Jerry Hey, archi divisi tra Steve Porcaro, David e Marty Paich. Resterà un disco di culto, mentre con il singolo Classic (1982) , l’artista ebbe il suo momento di notorietà internazionale.

Mauro Ronconi




Musicians:
Drums: Jeff Porcaro, Ed Greene, Rich Schlosser
Bass: David Hungate, David Shields
Guitars: Fred Tackett, Adrian Gurvitz
Piano: Steve Porcaro, David Paich
Percussion: Joe Porcaro
Synthesizer: Steve Porcaro
Sax: Earl Lon Price
Horns: Steve Leeds, Sly Hide, Chuck Findley, Steve Madaio, Jerry Hey
Background Vocals: Adrian Gurvitz, Paul Gurvitz

Tracks: 1. Untouchable and free 2. The wonder of it all 3. Put a little love (in life's heart) 4. Love space 5. The way I feel 6. Time is endless 7. I just wanna get inside your head 8. Free ride 9. One more time





Spoiler :
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pass: sergingus

Commenti

  1. Splendido disco. Fine anni '70 primi anni '80 un periodo di tantissima musica di qualità.

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  2. Veramente Bello, Grazie infinite!
    Da chi è prodotto?
    C'entra Jeff Lynne (vista la Jet...)
    Grazie ancora.

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  3. Un'altra chicca... il disco dovrebbe essere stato prodotto da Adrian Gurvitz.

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  4. Non per fare il saccente ma vorrei aggiungere una postilla alla superba recensione di Mauro Ronconi: la prima band di Adrian Gurvitz, prima dei Gun erano The Knack (quelli inglesi), una favolosa r'n'b band che ha pubblicato una mezza dozzina di singoli. Grazie ancora.

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  5. grazie Mauro,
    un altro capolavoro passato quasi inosservato all' epoca

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