10cc – Bloody Tourists (1978, Mercury)


Graham Gouldman ed Eric Stewart realizzano il secondo album targato 10cc dopo la scissione nel 1976 di Lol Creme e Kevin Godley che hanno continuato come duo. Come nel precedente Deceptive Bends l’organico è assestato a sei elementi con Rick Fenn (chitarra, tastiere, voce), Stuart Tosh (batteria, percussioni, voce), Paul Burgess (percussioni, batteria, vibrafono) e Duncan Mackay (piano, tastiere, violino, voce) che prende il posto di Tony O’Malley. Corredato come al solito dalla bellissima copertina dello studio Hipgnosis, Bloody Tourist prosegue quel discorso musicale dei 10cc fatto di "giochi" tra ritmo e melodia, tra immediatezza e ragionamento. E’ un concept album. Una sorta di apologia del viaggio e delle vacanze, dove il turista presuntuoso e gretto,  falsamente cosmopolita, va a visitare luoghi tropicali ed esotici portandosi dietro tutto il suo provincialismo, la sua beffarda curiosità ed ignoranza che lo porterà inevitabilmente a delle vacanze sciagurate. L’ironia aleggia sovrana in questo disco a partire da Dreadlock Holiday, brano in perfetto stile reggae ispirato in parte ad una disavventura avvenuta durante una vacanza alle Barbados di Eric Stewart e Justin Hayward dei Moody Blues, dove quest’ultimo fu minacciato da un losco giamaicano che voleva derubarlo. Fu un grande successo internazionale (escluso negli States dove arrivò tra i top 50) premiato anche come migliore canzone reggae originale.Certamente i 10cc hanno sempre avuto il sano riflesso di non prendere mai nulla sul serio. Se questo non fosse mai avvenuto la loro musica non sarebbe stata così geniale e sorprendente. In questo lavoro usano la musica come un acido per scrostare dalla vecchie pareti del museo anni Settanta la sua vernice originale. Dileggiano e poi riqualificano un fenomeno musicale dando a tutti l’idea di esaltarlo come nella mini-suite The Anonymous Alcoholic, la beatlesiana orecchiabilità di Take These Chains, l’A.O.R. di lusso nella bellissima ballata For You and I, negli accordi jazzati alla Steely Dan della malinconica Old Mister Time, nel  gusto tropicale di From Rochdale To Ocho Rios, nel mix tra ballata acustica e reggae di Life Line. Registrato negli studi personali Strawberry di Londra, questo album è un campionario di citazioni e riferimenti rivitalizzati dal tocco eccitante di una band che possiede tecnica strumentale e songwriting da vendere. L’abilità dei fraseggi corali in Shock On The Tube e nella divertente Reds In My Bed con la voce solista di Stuart Tosh, oppure lo straordinario linguaggio melodico di  Last Night,  sono altri tratti distintivi della loro capacità di scrittura, il cui gusto raffinatissimo riesce a dribblare le esangui convenzioni sonore del pop mainstream.

Mauro Ronconi





Tracks: 01. Dreadlock Holiday (Eric Stewart/Graham Gouldman) 02. For You And I (Eric Stewart/Graham Gouldman) 03. Take These Chains (Eric Stewart/Graham Gouldman) 04. Shock On The Tube (Don't Want Love) (Eric Stewart) 05. Last Night (Graham Gouldman/Rick Fenn) 06. The Anonymous Alcoholic (Eric Stewart/Graham Gouldman) 07. Reds In My Bed (Eric Stewart/Stuart Tosh) 08. Lifeline (Graham Gouldman) 09. Tokyo (Eric Stewart) 10. Old Mister Time (Eric Stewart/Duncan Mackay) 11. From Rochdale To Ocho Rios (Graham Gouldman) 12. Everything You Wanted To Know About!!! (Eric Stewart)
Extra Track: Nothing Can Move Me

Personnel:
Eric Stewart - maracas, electric piano, organ, moog synthesizer, guitars, grand piano, cow bells, vocals
Graham Gouldman - basses, acoustic & electric guitar, cabasa, whistle, vocals
Rick Fenn - electric guitar, organ, moog, bass, vocals
Paul Burgess - congas, drums, glockenspiel, marimba, tambourine, timbales, triangle, bells, drums, vibraphone
Duncan Mackay - synthesizer, piano, violin, electric piano, taurus bass pedals, vocals
Stuart Tosh - drums, tambourine, cow bells, jingle bells, trombone, bongos, congas, vocals






Spoiler :
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