Stevie Wonder – Hotter than July (1980, Motown)


Alla soglia degli anni Ottanta Stevie Wonder è ancora giovanissimo, appena trenta anni di cui diciotto impiegati per raccontare la sua musica. La nuova decade si apre con questo album sintesi della fase precedente e ultima pietra miliare dell’artista. Tra l’altro erano ben sei anni che non pubblicava un album singolo. L’artista di Detroit lo dedica a Martin Luther King, assassinato nel 1968, portavoce dell’ala non violenta dei neri americani con l’impegno morale di rendere giustizia alla sua memoria  chiedendo al governo degli Stati Uniti di emanare una legge che faccia del 15 gennaio, anniversario della nascita di Luther King, una festa nazionale. Hotter than July è una raccolta di canzoni pop-soul proposte nel modo più accessibile ed assimilabile tutte unite tra loro, nessuna pausa negli intervalli, per dare  compattezza e continuità al lavoro. Almeno sei delle nove tracce sono di livello eccelso: All I Do, mezzo tempo scritto da Wonder nel 1966 insieme a Clarence Paul e Morris Broadnax e rimasto inedito, splendida canzone d’amore arricchita dal sax di Hank Redd e i cori di Michael Jackson e Betty Wright. Il singolo da milioni di copie Master Blaster (Jammin’), un pezzo pop-reggae dedicato a Bob Marley ed alla sua musica, tributo verso l’artista che in quel periodo stava lottando contro una malattia che lo porterà alla morte nel maggio del 1981.  Era la prima volta di Wonder che si cimentava nel genere e lo fece così bene tanto da ispirare l’anno dopo il brano You Brought The Sunshine delle Clark Sisters con il quale arrivarono al primo posto nelle classifiche gospel e tra i top 20 in quelle r&b.  C’è  Lately,  ballata triste e magnetica  eseguita solo con piano, sintetizzatore , contrabbasso e voce. Una delle cose più belle mai scritte da Wonder in cui usa delle chiavi musicali molto complesse ed efficaci. Il gruppo soul dei Jodeci la riprenderà nel 1994 portandola al quarto posto delle classifiche americane. Altri pezzi da novanta sono  I Ain’t Gonna Stand For It, brano quasi dance con  ritmica in evidenza, Isaiah Sanders al piano e  Wonder alla batteria,  As If You Read My Mind, up tempo ammorbidito dal clavicembalo e dalla celeste suonata da Wonder, dove ai cori partecipa l’ ex-moglie Syreeta. Bellissimo anche l’assolo centrale di Wonder all’armonica. Quindi Happy Birthday , il brano che ha ispirato tutto l’album, dedicato a Martin Luther King e alla campagna di integrazione razziale culminata con l’approvazione  nel 1983 da parte del presidente USA Ronald Reagan della festa nazionale in suo onore che si tiene ogni terzo lunedì del mese di gennaio. La prima commemorazione fu nel 1986 e Wonder  dove la suonò durante il concerto organizzato per l’occasione.

Mauro Ronconi




Tracks: 1. Did I Hear You Say You Love Me 2. All I Do 3. Rocket Love 4. I Ain't Gonna Stand For It 5. As If You Read My Mind 6. Master Blaster (jammin') 7. Do Like You 8. Cash In Your Face 9. Lately 10. Happy Birthday (martin Luther King)



Spoiler :
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