Beatles – Let It Be (1970, EMI)


I Beatles erano di fatto sciolti dopo Abbey Road. I dissapori oramai risalivano all’insuccesso del loro spettacolo televisivo Magical Mistery Tour e i quattro si fanno vedere sempre più spesso ognuno per proprio conto. George Harrison faceva il produttore, Paul McCartney si era ritirato in Scozia con la famiglia, Ringo Starr fece un film con Paul Newman, John Lennon era diventato un rivoluzionario radical-chic e finanziava il nascente movimento americano. Gli ultimi lavori erano lo specchio di questa situazione:  la colonna sonora del cartone animato  di Yellow Submarine metà orchestrale e metà composta da canzoni inedite ed infine il canto del cigno di Abbey Road registrato discontinuamente. Esce un singolo provocatorio firmato Beatles ma registrato dai soli John Lennon e Yoko Ono ( The Ballad of John & Yoko ), esce un altro singolo come risposta di Paul McCartney, sempre firmato Beatles, ma in realtà solo di Paul (Let It Be). John replica con Instant Karma firmando stavolta col suo nome e con quello di Yoko, mentre Harrison era sempre più insofferente. Così, per inerzia,  la band più famosa del mondo si sfalda definitivamente. Sebbene le aperte ostilità e le strade in sostanza già divise, McCartney volle dare un ultimo colpo di coda alla vicenda  “Beatles” con un richiamo al passato, ovvero ad un ritorno dell’attività live del gruppo. Gli altri tre non presero sul serio l’idea, ma poi accettarono di provare delle nuove canzoni per uno spettacolo televisivo che sarebbe stato trasmesso in mondovisione. Il risultato fu un documentario di circa ottanta minuti dove i Beatles erano intenti a provare i loro pezzi negli studi Twickenham Film, a registrare in presa diretta negli studi della Apple e suonare dal vivo sul tetto degli uffici della stessa casa discografica.


Nel gennaio del 1969 i brani era già pronti, ma per la pubblicazione si dovette aspettare il maggio dell’anno seguente. Le registrazioni non erano gran cosa, ci avevano già messo le mani George Martin e il tecnico del suono Glyn Johns. Allen Klein, il manager del gruppo amico di Lennon e poco simpatico a McCartney, ne attribuì la responsabilità a Johns. Fu allora che Klein pensò a Phil Spector come revisore di tutti gli arrangiamenti. Spector accetta la sfida e rimissa  completamente quei mediocri nastri registrati in parte dal vivo e parte in studio.  Nonostante le insanabili divergenze artistiche tra i quattro, in questo album ci sono delle grandi canzoni a partire dalla stessa Let It Be scritta da McCartney che fu anche  l’ultimo singolo del gruppo uscito nel marzo del 1970. Considerato l’ultimo vero capolavoro dei Beatles , la versione qui inclusa è leggermente diversa da quella uscita su singolo. McCartney è autore di un’altra stupenda canzone, The Long And Winding Road concepita dall’autore come una semplice ballata per piano e voce e rivista da Spector con cori angelici e  magniloquenti orchestrazioni. Quando la versione di Spector fu preferita all’originale, Mc Cartney litigò furiosamente con Allen Klein accelerando lo scioglimento della band. Quindi Get Back un rock’n’soul trascinante di Lennon  che doveva originariamente dare il titolo anche al disco che vede alle tastiere Billy Preston presente nel disco in altre quattro tracce. Il brano fu pubblicato prima come singolo vendendo due milioni di copie e fu ripescato per l’album con una versione leggermente più corta. Di  Lennon è anche Across The Universe, un pezzo scritto ai tempi dell’incontro con il Maharishi  e pubblicata per la prima volta in un disco realizzato a favore del Wwf. Spector qui ne rifece l’arrangiamento. Quindi I Me Mine, brano di Harrison a tempo di valzer influenzato  dalla filosofia orientale che darà anche il titolo alla sua autobiografia. Phil Spector fu coraggioso nell’avventurarsi in questo epilogo beatlesiano fatto di registrazioni inedite ed incomplete. 


Quando il cinque maggio del 1970 esce Let It Be, la mano di Spector in fase di missaggio e rielaborazione è evidente. Il produttore  ha aggiunto o totalmente sovvertito ai nastri originali tutte le parti di tastiere, archi, batterie e cori. In sostanza l’intero accompagnamento armonico. Nonostante il suono straordinario e tecnicamente perfetto del disco, cosa che non si era mai potuto ascoltare altrettanto bene in un lavoro dei Beatles, Let It Be viene stroncato dalla  critica che accusa direttamente Spector di aver manipolato pesantemente il materiale. McCartney addirittura porta l’album in Tribunale come testimonianza delle manovre compiute da Spector e gli altri tre ex amici per screditarlo musicalmente davanti al pubblico e disconosce il singolo The Long And Winding Road. Phil Spector accusa il colpo, ma subito dopo comincia a collaborare con George Harrison nel capolavoro All Thing Must Pass, rimissa poi i nastri registrati dal vivo del concerto per il Bangla Desh e infine lavora con Lennon su Imagine. Odiato da Paul McCartney che cercò in tutti i modi di mettere il veto alla sua pubblicazione, Let It Be, oltre ad esser stata la “missione impossibile”  di Spector, sarà il commiato dei Beatles dal pubblico e il  film documentario ad esso abbinato anche l’ultima fonte di immagini insieme.

Mauro Ronconi







Tracks: Two of Us (Lennon, McCartney) -  Dig a Pony (Lennon, McCartney) -  Across the Universe (Lennon, McCartney) - I Me Mine (Harrison) -  Dig It (Lennon, McCartney, Harrison, Starkey) -  Let It Be (Lennon, McCartney) -  Maggie Mae (Trad. arr. Lennon, McCartney, Harrison, Starkey)  I've Got a Feeling (Lennon, McCartney)  One After 909 (Lennon, McCartney) The Long and Winding Road (Lennon, McCartney) -  For You Blue (Harrison) - Get Back (Lennon, McCartney) 


Spoiler :
Flac
http://ul.to/tmnnjl56

Commenti

  1. Un'osservazione su Get back che credo sia attribuita a McCartney e non a Lennon come riportato nell'articolo

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