Kokomo - Kokomo (1982, Columbia)


I Kokomo erano un supergruppo fondato nel 1973 dal bassista  Alan Spenner e  il chitarrista Neil Hubbard, due ex Grease Band, che reclutarono  musicisti di alcune band inglesi del tempo tra cui   Dyan Birch ,Tony O’Malley, Frank Collins  provenienti dagli Arrival  e  il sassofonista Mel Collins già collaboratore di studio dei King Crimson e degli Streetwalkers. Originariamente composto da dieci elementi, dopo primo ed acclamato lavoro omonimo pubblicato nel 1975 prodotto dal manager dei Pink Floyd Steve O’Rourke, diventarono la testa d’ariete del  soul bianco britannico insieme alla Average White Band. Una buona reputazione costruita suonando per due anni nei piccoli club dove ben presto si trasformarono in una delle attrattive più eccitanti. Il loro primo omonimo disco del 1975 fu accolto in maniera entusiastica e premiato come miglior album di debutto. Un lavoro di notevole forza compositiva, intriso da grandi fraseggi vocali (furono tra i  pochi gruppi di soul bianco a far uso di quattro vocalist)  e da una struttura ritmica dosata ed impeccabile.  Dopo qualche rimpasto d’organico, la formazione si presentò l’anno successivo con “ Rise and Shine “ , album stupendo che purtroppo si perse nelle strade secondarie del mercato sebbene tra i loro ammiratori c’erano personaggi come Graham Parker e Bob Dylan che li volle per le session di “ Desire “. Insoddisfatti delle vendite, i Kokomo per cinque anni tacquero, poi si accorsero che la filosofia del blue eyed soul aveva ancora bisogno di qualche controcanto in più e tornarono con questo lavoro di pop-soul disciplinato, ma senza alcun cedimento ai meccanismi dell’omologazione.  Un album lussuoso  registrato a Londra e Chicago con la  produzione affidata a due specialisti r&b come James Mack (Ramsey Lewis, Champaign, Manhattans) e Leo Graham (Tyrone Davis, Linda Clifford). In questo lavoro il r&b e il funky rimangono le basi, ma in superficie spunta una sempre  più spiccata base melodica e quella cultura del suono tanto cara all’A.O.R. più raffinato. Troviamo il funky-dance tangenziale alle passate consuetudini come  “Aint Never Heard the Boogie”  e “Stuck in the Groove” e i mezzi tempo da FM di “Let Me Have It All”  e “Part-Time Affair”. Ma gli episodi che più richiamano l’attenzione  sono le ballate estremamente coinvolgenti  di “Follow (The Stars Will Bring You Home)”, “All Through The Night (Let Me Be The One)“  e “A Little Bit Further Away” simile all’arrangiamento che James Mack realizzò per l’hit dei Champaign  “How Bout Us”. Quattro brani passepartout per il riconoscimento tra le miglior canzoni blue eyed soul di sempre.
Mauro Ronconi






Personnel: Dyan Birch: Vocals / Paddie McHugh: Vocals / Frank Collins: Vocals / Neil Hubbard : Guitar / Alan Spenner: Bass / Tony O'Malley: Piano, Vocals / Jim Mullen: Guitar / Terry Stannard: Drums / Joan Linscott : Congas / Mel Collins: Saxophone / John Susswel: Drums

Track Listing
01. A Little Bit Further Away
02. Part Time Affair
03. Follow (The Stars Will Bring You Home)
04. Nowhere To Go On Tuesday
05. Stuck In A Groove
06. Ain't Never Heard The Boogie
07. All Through The Night (Let Me Be The One)
08. Keep On Dancin'
09. Let Me Have It All





Spoiler :
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