Donna Summer – Donna Summer (1982, Geffen / Warner Bros)
L’album più riuscito di Donna Summer , ma paradossalmente anche quello più controverso. Un lavoro che la cantante tentò di ripudiare in quanto, a suo dire, fu manipolata completamente dalla produzione. Certamente Quincy Jones sarà stato anche un "tiranno", ma gli servì su un piatto d’argento canzoni straordinarie e un contorno invidiabile come non mai , riunendo autori eccelsi come Rod Temperton, Richard Page, Bill Meyers, David Foster, Steve Lukather, Michael Sembello, Bruce Springsteen e l'assistenza dal solito stuolo di turnisti top. Certamente il periodo post Casablanca per la disco diva non era iniziato nel migliore dei modi. Il disco “ The Wanderer “, realizzato nel 1980 sull’onda della new wave, fu un mezzo fiasco e l’anno seguente David Geffen rifiutò addirittura di pubblicare il doppio album della cantante intitolato “ I’m A Rainbow “ ritenendolo troppo rockeggiante e ancora meno commerciale del precedente (due brani furono poi inseriti nelle colonne sonore di “ Flashdance “ e “ Fast Times at Ridgemont High “). Questo portò ad una separazione delal Summer con il suo mentore Giorgio Moroder e il suo staff. Geffen chiamò così Quincy Jones che per sei mesi lavorò a questo progetto. Ne viene fuori un ritratto nuovo dell’artista. La Summer dimostrava di non essere solo una cantante disco, ma poteva affrontare un repertorio molto raffinato con grandi possibilità espressive. Una voce matura, capace di adattarsi ad un repertorio vario che spaziava con disinvoltura dal pop al rock, dalla dance alla ballata d’atmosfera, addirittura al jazz. Qui si possono ascoltare alcune tra le cose migliori mai realizzate dalla vocalist. Dall’aggressivo dance-funky di “ Love Is in Control (Finger on the Trigger) “ con il marchio inconfondibile di Rod Temperton, alla ballata melodica “ The Woman In Me “. Due capolavori sono l’epico mezzo-tempo di “ State of Independence “ , geniale remake di un brano di Vangelis e Jon Anderson pubblicato l’anno prima e qui rivisitato con un coro di all-star impressionante (Dionne Warwick, Michael Jackson, Lionel Richie, Christopher Cross, James Ingram, Kenny Loggins, Stevie Wonder, Brenda Russell, Michael McDonald). Poi la torch song “ Lush Life “ di Billy Strayhorn , inconsueta e meravigliosa rilettura dello standard jazz impreziosita dagli arrangiamenti d’archi di Johnny Mandell e quelli delle di tastiere di Dave Grusin. Ci sono quindi un paio di duetti mancati. Uno è “ Mystery of Love “ con James Ingram, pezzo che doveva uscire anche come singolo. Ingram voleva essere accreditato come cantante solista insieme alla Summer, ma gli fu rifiutato. Per quessto motivo appare solo nella seconda strofa e nei vocalizzi finali del brano. L’altro è “ Protection “ favolosa rock ballad scritta da Bruce Springsteen ed ideata per due voci , ma per motivi legati a licenze discografiche Springsteen suona solo la chitarra solista portandosi in studio anche Roy Bittan al pianoforte. Da menzione speciale anche “ (If It) Hurts Just A Little “ , canzone pop-soul robustamente marcata, curata e scritta da Michael e Dan Sembello insieme a David Batteau.
Mauro Ronconi
Tracks:
1. Love Is In Control
2. Mystery Of Love
3. The Woman In Me
4. State Of Independence
5. Livin' In America
6. Protection
7. (If It) Hurts Just A Little
8. Love Is Just a Breath Away
9. Lush Life
Spoiler :
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