Lindsey Buckingham - Out of the Cradle (1992, Reprise)
Uno dei migliori album pop degli anni Novanta anche se il suo pop è troppo intelligente per essere popolare. Out of the Cradle è un concentrato di sensibilità e maestria unica realizzato in tre anni di registrazioni nel suo studio casalingo, con sovraincisioni certosine, stratificazioni e campionamenti vocali, impressionanti lavori alla chitarra elettrica ed acustica che punteggiano ogni composizione e che ogni chitarrista pop serio dovrebbe mandare a memoria. Ma qui, aldilà di questi indiscutibili esercizi di abilità professionale, la sua scrittura, liberata degli schemi soft-pop dei Fleetwood Mac, tocca vette stratosferiche. E’ un susseguirsi di piccole estasi. Dallo scrigno escono fuori melodie bellissime, arpeggi cesellati, ritmiche pressanti, armonizzazioni sperimentali, riff chitarristici micidiali a doppio livello lavorati con la ritmica e la solista. Sfilano esaltanti i tempi veloci di Countdown e Doing What I Can che ricorda la sua Big Love di Tango In The Night. E’ persino imbarazzante il fascino melodico di Soul Drifter, Surrender The Rain, Say We'll Meet Again, You Do Or You Don’t così come lo splendido soffio delle voci su All My Sorrows. Un album così pieno di idee e di spunti da essere in alcune parti addirittura faticoso da memorizzare. Buckingham suona tutti gli strumenti, salvo qualche contributo sparso di Larry Klein (basso), Alex Acuna (percussioni), Buell Neidlinger (basso) e Mitchell Froom (organo).
Mauro Ronconi
Personnel: Lindsey Buckingham (vocals, various instruments); Mitchell Froom (organ); Larry Klein, Buell Neidlinger (bass); Alen Acuna (percussion).
Tracks:
1 Instrumental Introduction (Don't Look Down)
2 Don't Look Down
3 Wrong
4 Countdown
5 All My Sorrows
6 Soul Drifter
7 Instrumental Introduction (This Is the Time)
8 This Is the Time
9 You Do or You Don'ttreet Of Dreams
11 Spoken Introduction (Surrender the Rain)
12 Surrender the Rain
13 Doing What I Can
14 Turn It On
15 This Nearly Was Mine
16 Say We'll Meet Again
Spoiler :
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