John Coltrane – Expression (1967, GRP)


Dal 1966 l’attività concertistica e in studio di Trane si è molto affievolita: sta male e, secondo le testimonianze, parla sempre più spesso della propria morte come prossima. Inoltre la sua diffidenza verso i medici e – forse – la sua adesione alle filosofie orientali lo portano ad accettare la fine incombente con un senso di rassegnazione verso il destino. Questa nuova sensibilità si ripercuote anche sulla sua musica che – anche in virtù del continuo processo di evoluzione che non si è mai sopito - assume un altro aspetto: senza rinnegarne la matrice free, Coltrane conduce il suo sax verso una dimensione ancora ignota dove abbandona gran parte della sua esuberanza selvaggia per tornare a concentrarsi sull’intensità speculativa. Un buon esempio di tutto questo lo si può trovare in questo Expression – ultima registrazione in studio del saxofonista – nel quale è particolarmente evidente questo processo di ripensamento. Il famoso “classic quartet” è oramai un ricordo: resta il contrabbasso di Jimmy Garrison, Tyner se n’è andato e il suo posto l’ha preso la moglie di Coltrane, Alice, mentre dietro la batteria che fu di Jones siede Rashied Ali; altra figura sempre presente accanto all’ultimo Trane è Pharoah Sanders che qui possiamo ascoltare in un solo brano e all’ottavino. Expression inizia con uno dei brani più emozionanti di sempre scaturiti dal tenore di Coltrane: la dolente melodia di Ogunde dura solo 3 minuti e mezzo ma è intensissimo il pathos che riesce ad esprimere, grazie anche all’ottimo accompagnamento della sezione ritmica. Il brano successivo – To be – ha un andamento meditativo e grazie al flauto del leader e l’ottavino di Sanders conduce in una dimensione atemporale. Offering presenta nuovamente una delle improvvisazioni-fiume di Coltrane dalla tensione quasi palpabile, mentre la conclusiva Expression è più liricamente serena ma si percepisce la fatica di trattenere la tensione che si libera nel secondo assolo del leader. Molto bello l’assolo di Alice che dimostra di aver mandato a memoria la lezione di Tyner. Chiude il disco la bonus-track Number one, praticamente un lungo assolo in progressione del leader.

Coltrane morirà a 41 anni per un cancro al fegato il 17 luglio 1967, poco dopo aver concluso queste registrazioni; lascia – oltre ad una discografia di altissimo livello, dimostrazione di 10 anni di lavoro intensissimo e febbrile - un vuoto incolmabile nella storia del jazz e la viva curiosità di sapere dove sarebbe potuto arrivare con la sua ricerca. John Coltrane vive ora nei suoi dischi e nello stuolo di saxofonisti che continuano a trarre ispirazione dal suo lavoro.

Francesco Soliani – jazzer.it



To Be



Personnel: John Coltrane (tenor saxophone, flute); Pharoah Sanders (flute, piccolo, tambourine); Alice Coltrane (piano); Jimmy Garrison (acoustic bass); Rashied Ali (drums).


Tracklist
01. Ogunde
02. To Be
03. Offering
04. Expression
05. Number One



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