Lucio Battisti – Una Giornata Uggiosa (1980, Numero Uno)


Lucio Battisti torna in Inghilterra e affida la realizzazione del disco a Geoff Westley. Sono suoi gli arrangiamenti e la produzione. Westley apporta molti cambiamenti nel gruppo di musicisti che aveva collaborato a “ Una Donna per Amico “ e utilizza una sezione fiati della quale fanno parte Mel Collins al sax, Malcom Griffiths al trombone e Martin Driver alla tromba. Il disco viene registrato alla Town House di Londra con Greg Walsh alla consolle. Spesso sottovalutato, a volte un po’ messo in sordina nella discografia battistiana che conte, criticato per la produzione sovrabbondante, chiacchierato per la segmentazione creata dalla presenza delle tastiere che sostituivano molti strumenti di tipo “ classico “, con l’inedita presenza di ben cinque bassisti per dieci canzoni. “ Una giornata Uggiosa “ è un album strano, una lavoro che dopo i fasti di una “ Donna Per Amico “ avrebbe dovuto lanciare Lucio Battisti ancor più in alto nel firmamento europeo. Con questo lavoro la calligrafia artistica cerca di essere davvero ineccepibile, chiara, quasi in grassetto, alla ricerca di un suono che posso giungere alle orecchie più smaliziate, ma anche a quelle più facilmente “ aggredibili “ da atmosfere onirico-tecnologiche marcate dall’uso, intenso, ma non invadente ( come troppe volte è stato scritto ) delle tastiere. Tastiere utilizzate come base melodica, come intervento risolutivo, come linea di confine tra ritornelli e strofe, come demarcazione netta tra un mondo e l’altro, tra concretezza e suggestione. L’atmosfera complessiva dell’album è ancora attuale e ci fa comprendere dove si stesse orientando lo sguardo del musicista: a un mondo fatto di suoni più che di parole, a una dimensione che sfuggisse la parte lirica per indirizzarsi verso una musica che trascendesse dalla verbalizzazione, che superasse le storie, che anticipasse i tempi sempre più rapidi nei cambiamenti musicali. Questo è, tra l’altro, il disco, in cui la presenza della tecnologia pare essere totale, ma non è così, prova ne è che di elettronica non se ne ascolta molta, tranne che le tastiere che, però, non hanno campionamenti e l’uso stesso di tanti musicisti ( in assoluto è l’album che ne ha di più in organico ) dà la sensazione di volere essere a sigillo del bisogno di suonare con musicisti veri e non con cloni artificiali. Questo è l’album della velata malinconia che nasconde, però, anche un’ansia di libertà. Stiamo parlando del rapporto con Mogol ( la leggenda racconta che Battisti inviò i nastri con le musiche per posta ) che si sarebbe interrotto dopo la pubblicazione del lavoro e che ha già in nuce la predetta contraddizione: la malinconia per un tempo che non tornerà più, per i ricordi, i rimpianti e al contempo la voglia di misurarsi con stilemi artistici differenti, mettendo a repentaglio la propria reputazione ma, al contempo, stimolando una creatività sempre straripante. Se l’aspetto lirico è in taluni casi un po’ più debole e misura una sorta di stanchezza di inventiva rispetto agli album precedenti ( anche se vi sono piccole gemme che si sarebbero inserite a pieno titolo tra le pagine della discografia italiana quali Una Giornata Uggiosa e Con Il Nastro Rosa ), la parte musicale riesce a sopperire con grande classe e qualità vanificando l’accusa, fatta in tante occasioni, di essere un album semplicemente pop, fatto per il mercato e non per il pubblico. Oppure cancellando quella d’essere un lavoro che ha basato tutto il suo appeal sulla produzione anziché prediligere la fantasia sobria e diretta dell’uso delle chitarre, come sempre avvenuto, come solco su cui sono state costruite le fortune del duo Mogol-Battisti, di una carriera fino ad allora lineare nelle sue componenti basilari…

Mauro Ronconi da “ Lucio Battisti, Innocenti Evasioni, Una Bio-Discografia Illustrata “ con Alfonso Amodio e Italo Gnocchi / Editori Riuniti










Musicisti: Lucio Battisti - voce, chitarra folk in Il monolocale; Phil Palmer: chitarra elettrica e folk (Il monolocale, Una giornata uggiosa, Con il nastro rosa); Ray Russel: chitarra elettrica e folk (Arrivederci a questa sera, Gelosa cara, Una vita viva, Perché non sei una mela); Geoff Westley: tastiere, voci (Gelosa cara); Mel Collins: sassofono; Malcom Griffiths: trombone; Martin Drover: tromba; Alan Jones: basso (Arrivederci a questa sera, Una vita viva, Amore mio di provincia); John Giblin: basso (Il monolocale, Gelosa cara, Perché non sei una mela); Les Hurdle: basso (Orgoglio e dignità); Dave Markee: basso (Questo amore, Con il nastro rosa); Paul Hart: basso (Una giornata uggiosa); Stuart Elliot: batteria; Peter Van Hooke: batteria (Arrivederci a questa sera); Frank Ricotti: percussioni; Maurice Pert: percussioni (Perché non sei una mela)

Tracks: 1 Il Monolocale 2 Arrivederci a Questa Sera 3 Gelosa Cara 4 Orgoglio E Dignità 5 Una Vita Viva 6 Amore Mio di Provincia 7 Questo Amore 8 Perche Non Sei una Mela 9 Una Giornata Uggiosa 10 Con il Nastro Rosa





Spoiler :
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