Rickie Lee Jones – Rickie Lee Jones (1979, Warner Bros.)


Nata Chicago e trasferita agli inizi degli anni Settanta prima a Venice poi Los Angeles, Rickie Lee Jones fece gavetta nei piccoli club dove incontrò Lowell George e Tom Waits. Nel 1978, durante un concerto al Troubadour di Beverly Hills alcuni osservatori della Warner si interessarono a lei. Realizzò un demo e il boss della label Lenny Waronker la mise inaspettatamente sotto contratto. Lo stesso Waronker insieme a Russ Titelman producono l’esordio coinvolgendo la crema dei musicisti di studio in circolazione come Steve Gadd, Jeff Porcaro, Willie Weeks, Neil Larsen, Randy Kerber, Victor Feldman, Tom Scott, ai cori Michael McDonald, Leslie Smith, Joe Turano, arrangiamenti orchestrali di Nick DeCaro e Johnny Mandel, due super ospiti come Randy Newman e Dr. John. Così Rickie , baschetto rosso in copertina e sigaro tra le labbra , si mette subito in luce qualità di autrice ed interprete dalla personalità irruente con un lavoro incensato da critica e pubblico. Los Angeles aveva ora una voce in più in sincerità e disperazione, ma soprattutto un altro guardiano notturno. L’obiettivo, infatti,  era quello di realizzare un Tom Waits al femminile per i fanatici del paragone, ma lei fu debitrice con il cantautore solo per una certa confidenza con la California beona, l’ immagine in “ Blue Valentine “ e un sentimento mai corrisposto appieno. Sicura , armoniosa, dominante, aggressiva , la Jones con  la voce un po’ nasale , l’immagine di ragazza spregiudicata e la pronuncia biascicata,  racconta un’umanità di mille voci inascoltate. Non è folk-rock populistico il suo, ma musica di una grande, polifonica,  zona di dogana dalle acute risonanze intellettuali dove il jazz, il r&b, il pop si adagiano su armonie letterarie di ingegno e valore ricercato. Un disco che somiglia  più un transfert emozionale che ad una operazione artistica. Ci sono idee formidabili e canzoni autobiografiche come “ Chuck E.’s In Love “ ( dedicata al folksinger Cuck E. Weiss) , l’amore per il blues e il jazz in “ Easy Money “ e nella swingante “ Danny’s All-Star Joint “, il canto solitario sotto un lampione su “ After Hours “ e " On Saturday Afternoons In 1963" che la fa assomigliare al Sinatra di “ In The Swee Small Hour “ . Canzoni pop che reclamano il diritto ad essere qualcos’altro come “ The Last Chance, Texaco “ , “ Company “ e “ Night Train “. Tutti episodi bellissimi dal metodo compositivo nuovo anche se con qualche debito inevitabile col passato e liriche con una patina di esistenzialismo che raccontano storie di una giovane donna a volte ingenua e vulnerabile, altre ancora perplessa , arrabbiata col mondo o alle prese con sentimenti pieni di urti e contrasti. Grammy nel 1979 come miglior nuovo artista, disco di platino e “ Chuck E.’s In Love “ il singolo da un milione di copie.

Mauro Ronconi









Personnel includes: Mac Rebennack, Victor Feldman, Fred Tackett, Willie Weeks, Buzzy Feiten, Steve Gadd

Tracks: 1 Chuck E.'s in Love See 2 On Saturday Afternoons In 1963 3 Night Train 4 Young Blood 5 Easy Money 6 Last Chance Texaco 7 Danny's All-Star Joint 8 Coolsville 9 Weasel And The White Boys Cool 10 Company 11 After Hours






Spoiler :
http://www.sendspace.com/file/800poh

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

TOP 100 A.O.R. – WESTCOAST POP SONGS

Lauren Wood – Cat Trick (1981, Warner Bros.)

Ryuichi Sakamoto – Heartbeat (1991, Virgin)