I Toto sono la band che incarna l’essenza del suono A.O.R. Musica tecnicamente ineccepibile e professionale, grandi impasti vocali, armonie falmente memorizzabili, arrangiamenti coloriti e lussuosi, un fiuto istintivo per la pop music dal gusto facilmente fruibile. Da sessiomen collaudati del giro californiano verso la fine degli anni Settanta, nel giro di pochi anni i Toto sono saliti sull’Olimpo del rock come supergruppo seguitissimo. Questo “ The Seventh One “ è un album che raccoglie le migliori proposte di “ Toto “ e “ IV “ - i dischi della svolta - dove emerge tutta la personalità del quintetto ed in particolare del chitarrista Steve Lukather autore dei brani migliori. Una struttura sonora più elastica ed imprecisata, ma con gli stessi connotati: rock vigorosi e limpidi, sottolineati da interessanti interpretazioni vocali di Joseph Williams (Only The Children, Pamela), piacevoli puntate melodiche (Anna , A Thousand Years) e caraibiche (Mushanga). Tutta la classe e l’esperienza di musicisti malleabili che, da gregari di professione sono diventati dei veri specialisti. Il tutto condito dalla vena creativa di personalità spiccatissime come David Paich, Steve Lukather, i fratelli Jeff e Mike Porcaro e Joseph Williams. I tre punti fermi dell’intero lavoro sono il trascinante hit single “ Stop Loving You “ dovre c'è il cameo del vocalist degli Yes Jon Anderson, “ These Chains “ autentico capolavoro di squisitezze melodiche e chitarristiche e la lunga, epica “ Home Of The Brave “ dall’affascinante struttura tastiera-chitarra dialogata. Questo disco segnò la fina di un’epoca e del combo dei fratelli Porcaro. Williams lasciò la band e venne sostituito momentaneamente da Jean-Michel Byron per poi tornare al primo vocalist Bobby Kimball, mentre il prodigioso batterista Jeff Porcaro morì nel 1992 . I dischi seguenti si fecero sempre più lontani dalle originarie intuizioni pop. Troppo orientati a soluzioni sonore rivisitate e plateali e sempre più copia sbiadita di quelli del passato.
Mauro Ronconi
Toto: David Paich, Steve Lukather, Mike Porcaro, Jeff Porcaro, Joseph Williams
Producers: George Massenburg, Bill Payne and Toto
Musicians:
Drums: Jeff Porcaro
Bass: Mike Porcaro
Guitars: Steve Lukather
Keyboards: David Paich, Steve Porcaro, Bill Payne
Synthesizer: Steve Porcaro
Percussion: Jeff Porcaro, Joe Porcaro, Lenny Castro, Jim Keltner, Michael Fisher
Sax: David Sanborn
Horns: Tom Scott, Chuck Findley, Jerry Hey, Gary Grant, Jim Horn, James Pankow, Gary Herbig
Lead Vocals: Steve Lukather, Joseph Williams, David Paich
Background Vocals: Steve Lukather, David Paich, Joseph Williams, Tom Kelly, Patti Austin, Jon Anderson, Linda Ronstadt
Tracks:
1. Pamela
2. You got me
3. Anna
4. Stop loving you
5. Mushanga
6. Stay away
7. Straight for the heart
8. Only the children
9. A thousand years
10. These chains
11. Home of the brave
L’ A.O.R. o meglio Westcoast Pop è un termine geo-musicale dal significato ampio. Un'identità capace di unire in una indefinibile sintassi pop gli artisti più disparati e geograficamente lontani con un sound aperto e raffinato. Si guadagnò una reputazione a partire dalla seconda metà degli anni Settanta e con esso c’è stata la personalizzazione dei songwriter , l’apporto decisivo dei sessionmen più creativi e del ruolo del produttore. Fino alla fine degli anni Ottanta questo stile è stato anche l’espressione più evoluta di fare un tipo di musica accessibile, ma allo stesso tempo sofisticata, unendo il più delle volte e fondendoli certi aspetti fondamentali della musica bianca (la melodia) e quella della musica nera (la ritmica). L’ A.O.R. di matrice westcoast è riuscito ad ispirare dischi di classe indiscussa ed indiscutibile e canzoni memorabili. Nel corso del tempo molti personaggi che l’hanno reso celebre se ne sono allontanati, alcuni si sono riciclati, ...
Continuano i viaggi di Sakamoto e gli orizzonti sono sempre più ampi. “ Heartbeat “ , dopo “ Beauty “ è un’altra perla del suo genio. L’artista ridisegna il suo occidente, si apre al suono nero e lo reinventa Modifica HTML sui ritmi e le armonie. Un’operazione di musica concreta, ma svolta all’inverso. Scende nelle sonorità del soul urbano , del pop e ne mette in discussione i linguaggi: li semplifica assimilandoli lentamente, brano dopo brano, spogliandoli attraverso progressivi trattamenti ritmici. Sakamoto si libera dal pericolo dell’elettronica quella che aveva tout court una funzione sperimentale e mai come stavolta, il rapporto con gli altri stili musicali è stato voluto e predeterminato. Un suono preciso che fa la spola tra il “ future listening “ e la dance elettronica, ovvero la misteriosa fusione tra pop, funky-rap, jazz e world music. Ne viene fuori un serrato dibattito di idee musicali cantate in lingua inglese, russa, francese, giapponese ed espresse al meglio in...
Lauren Wood è nota al grande pubblico perché abbinata al brano “Fallen“ incluso nella colonna sonora di “Pretty Woman“, ma Ilene Rappaport (questo il vero nome) iniziò la carriera musicale nel 1973 quando, insieme a suo cugino Novi Novog ed al bassista Ernie Eremita, formano il gruppo "Chunky, Novi & Ernie" (Chunki era il suo pseudonimo). Pubblicano due omonimi e discreti album per la Warner, uno nel 1973 piuttosto rock con un cameo di Frank Zappa e la produzione di John Cale, l’altro nel 1977 più in linea con gli stilemi del pop californiano. Sciolto il trio nel 1979 Lauren Wood realizzò il suo primo lavoro solistico decisamente pop. In quel disco c’era un piccolo capolavoro di cantautorato westcoast “Please Dont Leave“ insieme a Michael McDonald che arrivò tra i top ten delle classifiche, ma fu con questo “Cat Trick“ che la Wood diede sfoggio a tutta la sua classe compositiva. Un album impeccabile, con grandi canzoni pop. Strutturato come una specie di comp...
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