Jackson Browne – For Everyman (1973, Asylum)
Secondo capitolo della trilogia celeste dedicato a tutti gli uomini di buona volontà in linea alla filosofia esistenziale dell’artista. La nuova generazione cantautorale californiana trova qui gioia ed esaltazioni anche perché Jackson Browne, a differenza degli altri folk singer contemporanei, scrive canzoni dalla luce diversa, fatte di messaggi e appelli alla religione cristiana universale, parole di fratellanza, aggiornamenti più semplici ed umani della generazione freak anni Sessanta che già con Rock The Water, brano d’estrazione biblica incluso nel precedete disco, giunse diretta a quel pubblico bigotto che vedeva nel rock e dintorni la musica del diavolo. La scuderia dei ragazzi prodigio di David Geffen, dell’amicizia intellettuale, aveva dato frutti deliziosi come il concept Desperado degli Eagles e prima ancora il super hit Take It Easy che ritroviamo qui dentro come introduzione all’intero lavoro. Quando nell’ottobre del 1973, dopo una lunga pausa dell’artista, esce For Everyman, la rivista Rolling Stone indica Browne insieme a Springsteen e Loudon Wainwright III, i tre nuovi giovani Dylan e il singolo Red Neck Friend va a scalare subito le prime posizioni. Musicalmente l’album è sottolineato dal magnifico tappeto sonoro del fido chitarrista David Lindley. Nel privato, Browne stava passando un periodo nero, cominciavano a nascere i primi disaccordi con la giovane moglie Major Phillips che, nonostante la nascita de figlio Nathan, si abbandona sempre più a crisi esistenziali. La musica diventa così un mezzo per cercare intimismo spirituale, catarsi completa dove rigenerarsi. La title track è il brano cha cattura tutta l’essenza del disco, il segno dell’uomo perdente e solitario che incita i fratelli e le sorelle ad accostarsi al disegno divino. Quindi l’attaccamento alla natura incontaminata che diventa per l’artista una sorta di "Bibbia terrena", il giusto metro per valutare e comprendere la grandezza dell’universo e la purezza del cielo. Elementi che ricorrono in queste canzoni e quelle future di Late For The Sky. Le melodie di Our Lady Of The Well, I Thought I Was A Child, These Days, Sing My Song To Me con un cameo al piano elettrico di Joni Mitchell, sono il germoglio di un suono puro, tessuto di colori e armonie. Oltre al fondamentale lavoro di Lindley, suonano con lui "The Section", la band personale composta da Craig Doerge alle tastiere, Russ Kunkel alla batteria e Leland Sklar al basso, la presenza di Bill Payne e David Paich alle tastiere, i cori di Don Henley, Glenn Frey, Bonnie Raitt, David Crosby. Grande opera "celeste" all’ombra delle Sunny Hills.
Mauro Ronconi
Personnel: Jackson Browne (vocals, guitar, acoustic guitar, piano, keyboards); Jackson Browne; Doug Haywood (vocals, bass instrument, background vocals); Don Henley, Glenn Frey, Bonnie Raitt (vocals, background vocals); Jon Douglas Haywood (vocals); Sneaky Pete Kleinow (pedal steel guitar); Rockaday Johnnie, Rockaday Johnnie (piano); Mike Utley (organ, keyboards); Leland Sklar, Wilton Felder (bass instrument); Mickey McGee, Micky McGee (drums); David Crosby (background vocals); David Lindley (guitar, acoustic guitar, electric guitar, slide guitar, steel guitar, violin, fiddle); Joni Mitchell (piano, electric piano); Bill Payne (piano, keyboards); Craig Doerge, David Paich (piano); Michael Utley, Spooner Oldham (organ); Gary Mallaber, Jim Keltner, Russ Kunkel (drums).
Tracks: 1. Take It Easy 2. Our Lady of the Well 3. Colors of the Sun 4. I Thought I Was a Child 5. These Days 6. Red Neck Friend 7. Times You've Come, The 8. Ready or Not 9. Sing My Songs to Me 10. For Everyman
Spoiler :
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