Pink Floyd – Wish You Were Here ( 1975, EMI )
Opera di immenso valore, “ Wish You were Here “ arriva quando forse qualcuno aspettava - deluso - il passo falso di un gruppo ormai troppo esposto al chiaro di quella “ luna “ (due anni da “ The Dark Side Of The Moon ” ) per non rimanere abbagliato dal suo stesso successo. Questo disco, costato sette mesi di sala di registrazione negli studi di Abbey Road - da gennaio a luglio1975 - è frutto di due forze contrastanti, dal un lato la casa discografica che esigeva una replica immediata al disco precedente, dall’altro il desiderio della band di prendere fiato e riordinare le idee. Non c’è desinenza sbagliata, non esiste un solo equivoco in queste canzoni fiume, dalla confezione funky de luxe di “ Have A Cigar “ alla dilatata atmosfera di “ Welcome To The Machine “, al sogno infranto di “ Wish You Were Here “ , alla suite immortale di “ Shine On You Crazy Diamond “ cantata con passione da Waters. L’insofferenza nei confronti dell’industria discografica viene trasmessa con un pezzo rock-funky molto aggressivo, “ Have A Cigar “ con la voce bluesy di Roy Harper : “ Entra caro ragazzo, prendi un sigaro, voi andrete lontano, volerete alto, non morirete mai, se provate ci riuscirete, vi ameranno. Io ho sempre avuto un profondo rispetto, e dico questo sinceramente. Il gruppo è semplicemente fantastico, è esattamente quello che penso. A proposito, chi è Pink? Vi abbiamo detto il nome del gioco, ragazzo? Noi lo chiamiamo cavalcare la miniera d’oro “ . La cupa ed elettronica “ Welcome To The Machine “ con la voce straniante di Waters è l’altra stoccata diretta all’incompetenza dell’industria discografica ,alle sue pressioni ed a certi critici musicali : “ Hai acquistato una chitarra per punire tua madre, non amavi la scuola, nessuno si burla di te, quindi, benvenuta macchina. Cosa hai sognato? Ma siamo stati noi a dirti cosa sognare: un grosso personaggio dello spettacolo che suonava una chitarra non eccezionale e mangiava allo Steak Bar; gli piaceva guidare la sua Jaguar. Benvenuta Macchina ” . Ma i veri capolavori di questo album sono “ Shine On You Crazy Diamond “ , una suite divisa in due parti ( Parts I-V e Parts VI-IX ) inserita all’inizio e alla fine del disco. Aperto dal suono delle dita umide sull’orlo di un bicchiere è un brano pervaso da un senso di attesa irreale. In origine intitolata “ Shine On “ ed eseguita l’anno prima nei loro concerti, questa una lunga composizione è improntata sulle ormai leggendarie quattro note di chitarra di Gilmour . Un sincero elogio all’ex leader Syd Barrett dove, tra tastiere liquide e sognanti , troviamo dei preziosismi strumentali che vengono fuori sempre più numerosi ad ogni ascolto. E poi quella frase di chitarra che ancora oggi evoca emozioni purissime sulle malinconiche liriche di Waters : “ Ricorda quand'eri giovane, splendevi come il sole, Splendi pazzo diamante, Adesso c'è uno sguardo nei tuoi occhi, Come buchi neri nel cielo,/ Splendi pazzo diamante / Sei stato preso nel fuoco incrociato di infanzia e celebrità. La leggenda narra che Barrett fece visita alla band durante le registrazioni, ma non volle assolutamente partecipare. Una curiosità : la parte “ I-IV “ per un errore di un giovane tecnico del suono dovette essere registrata due volte. Poi “ Wish You Were Here “ , ballata che inizia con quella che fu battezzata “ The radio frequence ”, ovvero la parte registrata nell’abitacolo di un’automobile puntando il microfono verso l’altoparlante dell’autoradio. C’è un deejay che parla, tre secondi della Quarta Sinfonia di Tchaikosvky,quindi parte la musica con la “ dodici corde “ di Gilmour. Un sound delicato che alterna momenti acustici ad altri elettrici in un mood soffice finché non viene risucchiata da una spirale di vento per rigenerarsi di nuovo in “ Shine On You Crazy Diamond “. Waters si guarda dentro per un’autoanalisi. Un dialogo interiore tra due personalità che convivono con lui. Da una parte quella idealista e sensibile ,dall’altra la rockstar appagata dal denaro e piena di sè che non aveva pensato su due volte a mettere in condizione di andarsene il suo amico Syd Barrett sette anni prima e al quale è anch’essa diretta : “ Come vorrei, come vorrei che tu fossi qui / Siamo solo due anime perse che nuotano dentro una vaso per i pesci / Anno dopo anno, correndo sempre sul solito terreno, cosa abbiamo trovato? / Le stesse vecchie paure / Vorrei che tu fossi qui... “ Una particolarità riguarda la partecipazione del violinista jazz Stephane Grappelli che si trovava nello studio uno di Abbey Road per registrare delle composizioni di Wagner. La collaborazione non è riportata nei credits dell’album in quanto il suono del suo violino fu mixato così basso da risultare quasi impercettibile e si sente discretamente solo alla fine del brano quando il rumore vento spazza via le ultime note.
Mauro Ronconi
Pink Floyd: David Gilmour (vocals, guitar); Richard Wright (vocals, keyboards, VCS3 syntheszier); Roger Waters (vocals, bass); Nick Mason (drums).
Additional personnel: Roy Harper (vocals); Dick Parry (saxophone); Venetta Fields, Carlena Williams (background vocals).
Tracks: 01 - Shine On You Crazy Diamond (Parts I–V) 02 - Welcome To The Machine 03 - Have A Cigar 04 - Wish You Were Here 05 - Shine On You Crazy Diamond (Parts VI–IX)
Spoiler :
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