Alan Sorrenti – Figli Delle Stelle (1977, EMI)


Alan Sorrenti, abbandona definitivamente la ricerca vocale e la sperimentazione progressive degli album precedenti che lo avevano consacrato come uno de musicisti più importanti dell’avanguardia italiana. Basti pensare a dischi come "Aria" con la partecipazione speciale di Jean Luc Ponty oppure Come Un vecchio Incensiere dove l’artista veniva accostato a personaggi quali Shawn Phillips, Tim Buckely , Peter Hammill. Dopo il disco americano Sienteme It’s Time To Land  in cui Sorrenti aveva iniziato ad inserire ritmiche soul e disco, ci si poteva pure aspettare questo seguente "Figli delle Stelle". La parola d’ordine del nuovo corso era sempre It’s Time To Land, ovvero un approccio più "pop"  con canzoni che potessero arrivare a tutti. Il salto commerciale che fece compiere questo disco ad Alan Sorrenti fu davvero impressionante per le classifiche italiane. Un milione di copie vendute sono davvero  un evento e il seguito da parte degli appassionati di A.O.R. per questo album è ancora oggi vivo. In "Figli dell Stelle" il confine tra il pop e la musica dance è quasi invisibile, a dimostrare che la musica creata per il dance floor può avere una sua dignità, una credibilità inattaccabile dalle mode. Tirato a lucido, Sorrenti registra tra Los Angeles, Roma e il castello di Carimate a Como nove brani easy ma di grande classe, dotati di arrangiamenti semplici e senza esagerare nelle orchestrazioni. Il pezzo portante è Figli delle Stelle, motivo che inizia con una improvvisazione al piano di David Foster per poi esplodere su un riff inconfondibile di Jay Graydon e una melodia che entra subito in circolo. Il brano sta a significare quella coscienza universale che tiene in contatto gli uomini sulla base delle emozioni e degli stati d’animo, una dimensione difficile da spiegare e percepire se non con in fatto che in fondo, noi tutti non siamo altro che figli delle stelle. Gli altri brani sono quasi tutti paralleli come costruzione e riferimenti, anche quando sono tematiche di "coscienza" quotidiana. Canzoni ben ritmate e melodiche al punto giusto, tra cui spiccano Donna LunaUn Incontro In Ascensore, Casablanca e il remake di una tradizionale canzone napoletana come Passione. La mente organizzativa e  il responsabile degli arrangiamenti è Jay Graydon che crea un sound organico e gestito benissimo nel suo insieme. Ballate d’atmosfera danzabile dai climi leggeri, filanti e orecchiabili, costruite e suonate impeccabilmente da sessionmen americani e italiani quali Steve Forman, il citato David Foster, Ed Greene, David Hungate, Walter Wartino, Nicola Di Stasio, per un "prodotto" italiano d’esportazione.


Mauro Ronconi










Musicians on the Figli Delle Stelle album: Alan Sorrenti, Jay Graydon, Nicola Di Stasio, David Foster, Ed Greene, Walter Martino, David Hungate, Dino Cappa, Steve Forman, Antonio Carlos Sylva, Quitman Denis, Jolanda, Monna Lisa, Marilou, Judith, Francoise, Naimy & Lella.

Tracks: 1. Figli Delle Stelle 2. Donna Luna 3. Passione 4. Notte di Stelle 5. E Tu Mi Porti Via 6. Un Incontro in Ascensore 7. Casablanca 8. C'e Sempre Musica Nell'aria 9. Tu Sei Un'aquila E Vai



Spoiler :
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