Arrivato alla prima prova discografica ufficiale alla tenera età di trentasei anni, Al Jarreau si è sempre contraddistinto di porsi davanti a generi musicali diversi con particolare feeling , sorprendente capacità di sintesi e alto livello qualitativo. Convertito al pop-soul da Jay Graydon, dopo aver passato anni e cercare la sua voce più jazzy con trainer di alta scuola come Al Schmitt e Tommy LiPuma, il cantante di Milwaukee decide di mettere la sua portentosa vocalità al servizio di una musica più accessibile. Stavolta le relazioni artistiche e la cura che Graydon gli adatta attorno sono tutte quelle correzioni che in quel periodo il produttore stava mettendo a punto insieme a Foster e compagnia al fine di codificare il pop bianco con la musica nera. “ Breakin’ Away “ è il prodotto migliore dell’accoppiata Graydon-Jarreau, un album irresistibilmente gradevole, di classe e qualità. Accolto subito da unanimi consensi , l'album completa il quadro di un vocalist dotatissimo che mette a frutto la sua esperienza di intrattenitore con gusto innato per il cantato jazz e un pedigree artistico che passa per album straordinari come il doppio dal vivo “ Look To The Rainbow “, “ All Fly Home “ e il precedente “ This Time “ . Ad aiutarlo nelle veste di musicisti alcuni de più bei nomi della Los Angeles a forma di session : Tom Canning, David Foster, George Duke, Michael Omartian, Steve Gadd, Jeff Porcaro, Steve Lukather, Dean Parks, Abe Laboriel, Tom Scott, la sezione fiati dei Seawind, i Pages e Bill Champlin. Nove canzoni da favola. Le linee armoniche e le melodie bellissime “ My Old Friend “, “ We're In This LoveTogether “ e “ Our Love “ sono intuizioni eleganti. “ Closer To Your Love “ e la stessa “ Breakin’ Away “ sono composizioni originali giocate coi tempi dispari . “ Easy “ è una composizione jazzata geniale portata al fine cesello da una superba modulazione di timbri vocali così come l’ equilibrismo di vocalità scat e di sonorità funky eccelse in “ Roof Garden “ . Bella anche le rivisitazioni di “ Teach Me Tonight “, una ballata melodica degli anni Cinquanta e la famosa “ Blue Rondo A La Turk “ di Dave Brubeck con l’aggiunta delle liriche da parte di Jarreau. Eleganza e virtuosismo che gli frutterà un Grammy come miglior cantante pop.
Mauro Ronconi
Personnel: Al Jarreau (vocals); Steve Lukather, Dean Parks (guitars); Jay Graydon (guitars, synthesizer); Lon Price (alto saxophone); Jerry Hey (trumpet, flugelhorn); Chuck Findley (trumpet); Bill Reichenbach (trombone); Tom Scott (horns); Milchio Leviev (piano); David Foster (piano, synthesizer); Tom Canning, Michael Omartian (piano, synthesizers); Michael Boddicker, Peter Robinson, Larry Williams (synthesizers); Abe Laboriel, Neil Steubenhaus (bass); Steve Gadd (drums); Bob Zimmitt (percussion); Richard Page, Steve George, Bill Champlin (background vocals)
Trcaks: 1. Closer to Your Love 2. My Old Friend 3. We're in This Love Together 4. Easy 5. Our Love 6. Breakin' Away 7. Roof Garden 8. Blue Rondo a la Turk (Round, Round, Round) 9. Teach Me Tonight
L’ A.O.R. o meglio Westcoast Pop è un termine geo-musicale dal significato ampio. Un'identità capace di unire in una indefinibile sintassi pop gli artisti più disparati e geograficamente lontani con un sound aperto e raffinato. Si guadagnò una reputazione a partire dalla seconda metà degli anni Settanta e con esso c’è stata la personalizzazione dei songwriter , l’apporto decisivo dei sessionmen più creativi e del ruolo del produttore. Fino alla fine degli anni Ottanta questo stile è stato anche l’espressione più evoluta di fare un tipo di musica accessibile, ma allo stesso tempo sofisticata, unendo il più delle volte e fondendoli certi aspetti fondamentali della musica bianca (la melodia) e quella della musica nera (la ritmica). L’ A.O.R. di matrice westcoast è riuscito ad ispirare dischi di classe indiscussa ed indiscutibile e canzoni memorabili. Nel corso del tempo molti personaggi che l’hanno reso celebre se ne sono allontanati, alcuni si sono riciclati, ...
Continuano i viaggi di Sakamoto e gli orizzonti sono sempre più ampi. “ Heartbeat “ , dopo “ Beauty “ è un’altra perla del suo genio. L’artista ridisegna il suo occidente, si apre al suono nero e lo reinventa Modifica HTML sui ritmi e le armonie. Un’operazione di musica concreta, ma svolta all’inverso. Scende nelle sonorità del soul urbano , del pop e ne mette in discussione i linguaggi: li semplifica assimilandoli lentamente, brano dopo brano, spogliandoli attraverso progressivi trattamenti ritmici. Sakamoto si libera dal pericolo dell’elettronica quella che aveva tout court una funzione sperimentale e mai come stavolta, il rapporto con gli altri stili musicali è stato voluto e predeterminato. Un suono preciso che fa la spola tra il “ future listening “ e la dance elettronica, ovvero la misteriosa fusione tra pop, funky-rap, jazz e world music. Ne viene fuori un serrato dibattito di idee musicali cantate in lingua inglese, russa, francese, giapponese ed espresse al meglio in...
Lauren Wood è nota al grande pubblico perché abbinata al brano “Fallen“ incluso nella colonna sonora di “Pretty Woman“, ma Ilene Rappaport (questo il vero nome) iniziò la carriera musicale nel 1973 quando, insieme a suo cugino Novi Novog ed al bassista Ernie Eremita, formano il gruppo "Chunky, Novi & Ernie" (Chunki era il suo pseudonimo). Pubblicano due omonimi e discreti album per la Warner, uno nel 1973 piuttosto rock con un cameo di Frank Zappa e la produzione di John Cale, l’altro nel 1977 più in linea con gli stilemi del pop californiano. Sciolto il trio nel 1979 Lauren Wood realizzò il suo primo lavoro solistico decisamente pop. In quel disco c’era un piccolo capolavoro di cantautorato westcoast “Please Dont Leave“ insieme a Michael McDonald che arrivò tra i top ten delle classifiche, ma fu con questo “Cat Trick“ che la Wood diede sfoggio a tutta la sua classe compositiva. Un album impeccabile, con grandi canzoni pop. Strutturato come una specie di comp...
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