Patti Smith – Horses (1975, Arista)


Il rock poetico e disperato che discende direttamente dalla decadenza malata dei Velvet Underground e dalla violenza elettrica degli Stooges. Canzoni incredibili che non si smarriscono nel deserto della megalopoli, ma restano minacciose all'ango­lo della strada e non si fanno abbagliare dalle luci al neon sempre uguali, ma rimangono nella penombra, consapevoli di come andrà a finire la storia. Patti Smith, sacerdotessa delle tenebre e dei disadattati, musica i suoi deliranti poemi di amore e morte e canta la New York disin­canta del realismo metropolita­no di Mike Spillane e Andy Warhol, di Lou Reed e dei Blue Oyster Cult. Prodotto da John Cale, Horses è un gioiello amaro dai flash accecanti, dalle violen­ze affilate come uno stiletto. Un pericolo strisciante che spezzerà le regole dello star system arri­vando nei top 50 di Billboard senza alcun singolo apripista e con pochissima promozione. Il trionfo del nuovo underground.

1900-2000 Musica dal pianeta terra. Dal Jazz al Rock 200 CD da salvare/Mauro Ronconi/Arcana






Con la sua voce, rabbiosa, febbrile, dolente, Patti Smith ha incarnato una delle figure femminili più dirompenti della storia del rock. I suoi primi lavori, con la mente proiettata nella avanguardie free-form e nelle improvvisazoni jazz e i piedi ben piantati in un primitivismo rock'n'roll, hanno gettato le basi per la nascente new wave. E la sua figura, a metà tra una oscura sacerdotessa e una pasionaria politica, è emersa come una delle più carismatiche del rock al femminile (e non solo). "Non ho mai pensato di essere una politica - dice - ma ho sempre voluto comunicare qualcosa. Sono americana e amo i principi su cui si fonda il mio Paese. Abbiamo la libertà, ma sento di avere una grande responsabilità per questo verso il resto del mondo". Non era lei, d'altronde, a cantare "Sono un'artista americana e non ho colpe"? E sulla sua parabola artistico-politica, ha recentemente osservato: "Ho avuto il privilegio di crescere in un periodo di rivoluzione culturale. E la musica ne è stata una componente. Forse non sono stata altro che una pedina, ma sono contenta, comunque, di aver contribuito a cambiare qualcosa"… 







Track List:
Gloria / Redondo Beach / Birdland / Free Money / Kimberly / Break It Up / Land: horses - land of a thousand dances - la mer (de) / Elegie / My Generation








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